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Premio Lettera d’Amore alla bontà

Un riconoscimento che valorizza chi si spende per gli altri con cuore sincero

da Massimo Pamio
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PRIMA EDIZIONE DEL RICONOSCIMENTO. ECCO I NOMI DEI PREMIATI

È con sincera commozione che annunziamo la realizzazione di un nostro sogno, la promozione del Premio Lettera d’Amore “alla Bontà”, di cui quest’anno si celebra la prima edizione.

L’organizzazione avviene nell’ambito del Festival della Lettera d’Amore, che si svolge dal 6 all’8 agosto a Torrevecchia Teatina, in Abruzzo con il patrocinio dell’Amministrazione Comunale, della Regione Abruzzo e del MLA (Museo della Lettera d’Amore).

Nel comunicare la notizia ai designati, da parte di tutti loro c’è stata una reazione di sorpresa, perché la bontà è spontanea, è sottaciuta, non ha bisogno di clamore o di spettacolarizzazione, è appena sussurrata, ma si trasforma in zefiro se deve accarezzare, e in tempesta se deve sollevare.  

PREMIO PER LA BONTA’ A DON ALDO BUONAIUTO,

“per lo Spirito che l’anima e lo conduce tra le donne crocifisse, tra i poveri e i migranti, per il bene copioso che porta tra quelli che nessuno osserva o considera, perché riporta la Luce del Divino su chi ne è stato allontanato, per indifferenza e per i troppo facili errori degli uomini. Don Aldo tra di noi è la testimonianza vera del Cristo e il maggior interprete della parabola del Buon Samaritano. Che il suo esempio costituisca un faro per tutti noi”.

Don Aldo Buonaiuto, parroco, ricopre l’incarico di direttore diocesano per i migranti, dall’Ottobre 2020 è parroco della Collegiata San Nicolò di Fabriano, vice direttore delle Comunicazioni Sociali della Diocesi di Fabriano-Matelica.

Svolge il ministero di Esorcista. È stato accanto al fondatore don Oreste Benzi negli ultimi 15 anni della sua vita terrena. All’interno dell’Associazione si è sempre occupato del problema della prostituzione coatta lottando per restituire dignità alle tante donne sfruttate sulle strade, nelle case e nei locali dalle organizzazioni criminali.

PREMIO PER LA BONTA’ A LUCA FORTUNATO,

perché “la sua vita è una gioiosa condivisione dei sentimenti dell’umiltà e della povertà, perché Luca è un vero ministro di Dio, al servizio di chi ha bisogno”. Responsabile della Capanna di Betlemme di Chieti, che fa parte dell’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII. È proprio dopo aver conosciuto Don Oreste Benzi, che nasce in Luca l’impegno per quelli che chiama “i miei fratelli”.

Egli vorrebbe istituire l’ottavo sacramento, quello del povero  Ha lavorato in un centro di riabilitazione per disabili come educatore professionale e coordinatore di comunità socio-sanitarie educative.

Morto Don Oreste, Giovanni Ramonda, il suo successore, gli propone nel 2008 di gestire una casa di pronta accoglienza a Savigliano. Dal 2014 è a Chieti, responsabile di una Capanna di Betlemme, una struttura che i poveri li va a cercare per le strade.

PREMIO PER LA BONTA’ AD ANDREA RUBINO,

“per il suo talento, la bontà, che diffonde attorno a sé, soprattutto presso i bambini, affinché la vita possa sorridere loro anche nei momenti meno felici”. A Palermo lavora e studia filosofia all’università, e in città apprende la pedagogia di San Giovanni Bosco.

Appena terminato il turno di lavoro, fa il volontario per bambini migranti senza documenti o figli di detenuti. Ed è proprio qui che conosce le attività di clownterapia.

Laureatosi, vince il concorso per Sovrintendente della GDF. A Lampedusa, il giorno di Natale, improvvisa uno spettacolo di clownterapia per i minori africani, ospiti del centro di accoglienza.

Con la condivisione di quelle foto su Facebook, conosce una donna che aveva subito violenza da parte del marito e decide di lasciare la sua attività agonistica nelle arti marziali, per insegnare gratuitamente la tecnica di difesa personale chiamata krav maga, alle persone che denunciavano le violenze.

La bontà è spendersi per gli altri
La bontà è spendersi per gli altri

PREMIO PER LA BONTA’ AD ELIA PEGOLLO,

“per la sua condotta irreprensibile che lo ha portato a difendere i più deboli, oggi rappresentati dall’ambiente, dai bambini, dalle popolazioni indigene la cui terra viene minacciata dagli interessi di mercanti senza scrupoli, le multinazionali.

Elia è un alto esempio di come si possa vivere per gli altri, generosamente, con un’energia e una passione senza limiti né spaziali né temporali”. Elia, figlio di cavatore, è nato a Massa il 6 aprile 1938.

Come attivista del WWF e di Legambiente, sostiene le prime lotte in difesa delle Apuane. Fonda il Centro Culturale La Pietra Vivente  e nel 1991 presenta alla Filanda di Forno la sua prima mostra fotografica dedicata ai fiori delle “sue” Montagne Martiri. Per la loro difesa ha subito anche alcuni processi. Ha denunciato la barbara distruzione sia alla Magistratura che nelle sedi Istituzionali (Consigliere Comunale dal ‘94 al ‘98).

PREMIO PER LA BONTA’ AD EDOARDO WINSPEARE,

“per la sua adozione poetica del mondo, che gli appare in una bellezza che spesso si cela agli esseri umani, perciò egli cerca di manifestarne l’intensità, prima attraverso le azioni in difesa dell’ambiente, poi con il cinema, come regista e come attore, in pellicole che testimoniano la preziosità della bontà, spesso introvabile ma alla fine generosa proprio nei confronti delle creature più bisognose e sensibili.

I suoi film tessono storie intime, di persone in crisi, in preda a problemi di ogni sorta, in specie economiche, ma dotate di speranza, e della capacità del riscatto,  che le porta a rinascere dalle proprie ceneri, libere e in armonia con il mondo”.

Edoardo Carlo Winspeare Guicciardi è un regista, sceneggiatore e attore, figlio del barone Riccardo Carlo Winspeare Guicciardi (1912-2002) e della principessa Elisabeth del Liechtenstein (1932-2018), nato in Austria nel 1965 a Klagenfurt, ma cresciuto in Puglia a Tricase, precisamente nella frazione di Depressa.

Dopo alcune brevi esperienze come assistente al montaggio, sul set di film cortometraggi, un primo documentario e i primi studi universitari a Firenze, si trasferisce a Monaco di Baviera, dove si diploma in regia presso l’Università della televisione e del cinema.

Dopo vari documentari e cortometraggi sulle tradizioni salentine girati tra la fine degli anni ottanta e l’inizio degli anni novanta (A Toilette’s Short Story, Wo der Wolgastrom sich windet, San Paolo e la tarantola e L’ultimo Gattopardo ne sono esempi), nel 1996 produce il lungometraggio Pizzicata.

Il regista già con questo film d’esordio, che descrive il contesto storico e culturale del tarantismo, si fa apprezzare in Italia e all’estero: la pellicola viene presentata in decine di festival tra cui Berlino, San Francisco e San Sebastian, dove riceve una Menzione Speciale.

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