Una delle promesse fatte dagli esponenti dei vari partiti in ogni campagna elettorale è sempre stata quella di mettere mano alla composizione dei due rami del Parlamento, per ridurne il numero di deputati e senatori, avendoli, adesso, quasi dimezzati è stato un primo, grande passo verso lo snellimento di uno Stato che arranca.
Ma ben altra dev’essere l’opera, se davvero si vuole dare un segnale di effettivo cambiamento, cominciando a eliminare, per esempio, i privilegi che questo Stato riserva ad alcuni dei suoi ex servitori.
Uomini che hanno smesso di coprire incarichi istituzionali, ma che continuano ad avere, a spese del contribuente, una «assistenza» smisurata e fuori da qualsiasi logica.
I giusti quesiti sui privilegi di stato
Se il signor Rossi ha smesso di ricoprire un incarico, e se il signor Bianchi è tornato a fare vita di partito o a coltivare rose sul terrazzo del suo lussuoso attico, perché mai lo Stato deve trattarlo come fosse ancora l’uomo-simbolo di una istituzione?
Per tutti gli altri lavoratori, umili o di rango, si applica il “trattamento di fine rapporto”: un’equa liquidazione e tanti saluti. In Italia, invece, unico Paese al mondo a considerare certi suoi ex rappresentanti delle Istituzioni come intoccabili, chi ha avuto l’onore di ricoprire incarichi ai massimi livelli non smette mai di usufruire dei tanti privilegi che lo Stato gli assegna.
Tanto per citare una nazione, dove la democrazia è stata praticamente inventata, gli Usa, quando un presidente smette nelle sue funzioni, prende armi e bagagli e se ne torna a casa, a fare ciò che ha sempre fatto prima di insediarsi alla Casa Bianca, l’avvocato o il petroliere o il produttore di arachidi.
Di lui rimarrà soltanto un ritratto sulle pareti della residenza presidenziale, e un ricordo, buono o cattivo che sia, nella mente degli americani. Nulla di più.
Gli assurdi privilegi riservati ai boiardi
Incassata la liquidazione, prevista dalle leggi di quel Paese, non avrà più nulla a pretendere, come recitano certe liberatorie delle nostre cause civili. Da noi, chi è stato una volta “presidente” o altro, lo sarà praticamente per tutta la vita.
Se è vero, dunque, che c’è la volontà di fare pulizia, si dovrà cominciare proprio dagli assurdi privilegi riservati ai boiardi di Stato e che gravano su ognuno di noi.
Per legge, in questo Paese, ogni ex ha diritto ad avere tutto ciò che ha esattamente chi è in attività: l’auto, la scorta e l’ufficio di rappresentanza.
Pensate, paghiamo ancora le tasse per garantire quei privilegi a chi da tempo non è più e chi più ne ha più ne metta. Ecco, è da qui che bisognerebbe cominciare a dare un segno agli italiani che questa volta si fa sul serio.
Altrimenti siamo punto e a capo e l’Italia delle riforme resterà eternamente l’Italia delle (false) promesse..