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Paola Pitagora, la confessione al Pensiero: ‘Vivo un passo alla volta’

VIAGGIO NELLA STRAORDINARIA ARTE DI UN’ICONA ITALIANA

da Elena Tasso
9 commenti
Paola Pitagora, icona italiana di cinema e teatro

Paola Pitagora è un’icona del cinema, del teatro e della televisione italiana, oltre che presentatrice, cantante e scrittrice di canzoni e libri.

Ho pensato di intervistarla, in questo numero del Pensiero Settimanale, essendo anche una particolare amica, non tanto per ripercorrere il suo straordinario curriculum artistico, ma invece per portare a conoscenza di tante persone, il suo cuore puro, la sua anima, ed anche ciò che vive nelle sue giornate. Buona lettura.  

Quali sono i ricordi significativi dei tuoi primi passi nel mondo della recitazione, inclusi i momenti di sfida e le esperienze che hanno segnato la tua crescita professionale?

Una insicurezza iniziale, anzi il terrore, non osavo in quel workshop accostarmi al palco. Mi ero proposta per curiosità e non osavo mettermi in gioco, c’è voluto tempo. Poi piano piano, ho preso confidenza con il gesto e la parola.

Serbo un ricordo forte allo studio Fersen, regista e antropologo che ha formato molti attori. Lo chiamava Mnemodramma. Il soggetto sedeva al buio sul palco, e la luce illuminava un piccolo oggetto sistemato sul tavolino, bisognava lasciarsi andare al ricordo che il tatto o la vista sollecitavano.

Mi trovai davanti a un portachiavi, e lentamente venne fuori una scena di poco tempo prima, un incontro d’amore sulle scalinate di piazza di Spagna.

Mi ritrovai a urlare ‘è meraviglioso vivere qualunque cosa succeda’. Ero fuori di me, e dentro un’altra realtà, credo di aver conosciuto in quel frangente qualcosa che somiglia alla catarsi.

Come ti sei approcciata ai tuoi ruoli più iconici, e come li vedi in retrospettiva?

Da sempre vengo accostata alla Lucia manzoniana. Lì, è stato giusto difendersi dalla retorica della madonnina infilzata, esprimere chi subiva una prepotenza con semplicità, una ragazza dignitosa che riesce a superare l’abuso con la forza della fede.

Un’interpretazione azzeccata, con l’aiuto del regista Sandro Bolchi.

Non tutto quello che rivedo mi piace, ma in quel caso non cambierei nulla.

Cinema Italiano oggi: il tuo parere sull’evoluzione del cinema e della televisione italiana, confrontando l’industria attuale con quella dei tuoi anni d’oro, e quali consigli daresti ai giovani attori che entrano nel settore oggi?

Rilevo nel cinema post pandemia, grandi mutamenti. Esempio, ‘Oppenheimer’, ‘Anatomia di una caduta’, ‘The Zone of Interest’, e ‘Povere creature!’: sceneggiature complesse, interpreti straordinari, film che ho voluto vedere più di una volta per riuscire a comprenderne le sfumature.

Lo definirei un cinema d’élite. Il caso di ‘C’è ancora domani’ è eccezionale, riesce ad essere un film raffinato e popolare.

Paola Pitagora

La televisione è indietro invece, non tiene il passo con questi linguaggi e le interruzioni pubblicitarie sono insopportabili. Fra cuochi e reality è dura proporsi per un giovane attore.

L’unico consiglio che mi sento di dare è di curare più la dizione, troppo spesso c’è un parlare sciatto. Se vuoi la conferma, guarda nel pomeriggio, Rai Premium: ci sono vecchie opere in bianco e nero con attori dei quali non perdi una sillaba, una goduria.

Paola Pitagora, icona italiana
Paola Pitagora, icona italiana

Qual è stato ed è il tuo rapporto con il Teatro: quali differenze sostanziali vedi tra recitare sul palco e davanti alla telecamera

Il palcoscenico mette realmente a nudo, non ci sono filtri. In questo periodo sto rappresentando un monologo, sono in scena con due musicisti, un’ora e venti. Oggi la sfida è che non accendano il telefonino in platea. Mentre davanti alla telecamera si fanno scene spezzettate, si ripete, è più semplice.

Quali figure artistiche e opere ti hanno maggiormente influenzata e ispirata nel corso della tua carriera?

Tuttora sono influenzata dall’arte figurativa, da quello che leggo, dai film che vedo.

Certo gli incontri della giovinezza sono formativi: Bellocchio, Gassman che mi diceva ‘esercita la A!’, Albertazzi, Squarzina, e le vecchie attrici che mi raccontavano la loro vita, donne sole non necessariamente vedove, colte e combattive. Ti sembrerà strano, ma ho sempre la sensazione di imparare qualcosa, forse è un’illusione, non so.

Eserciti qualche impegno in questioni sociali o culturali attraverso la tua arte? Esplori eventuali progetti o ruoli per promuovere messaggi importanti o provocare il dibattito pubblico?

In passato, negli anni 70, c’era questa cosa del messaggio, molti ne fummo attratti.

Nel tempo, ho realizzato che il punto è “Come ci si esprime”: non basta essere giusti rispetto ad un’idea o ad una morale, il rischio è diventare didascalici, o schematici. Un artista deve essere duttile rispetto al linguaggio.

Gli slogan, li lasciamo ai politici, noi dobbiamo esprimere l’animo delle cose, lavoro non semplice. Inoltre, non tutti hanno il privilegio di poter scegliere testi e ruoli. Talenti notevoli, come si dice, partono incendiari e diventano pompieri.

Il tuo segreto per mantenere una carriera così lunga e variegata, e come ti mantieni motivata e appassionata dopo tanti anni di lavoro.

Da ragazza avevo un’idea vaga di cosa fosse, oggi so che è stata una vocazione. Mi appassiona tutto, quando si tratta del linguaggio e in qualunque forma.

Hai progetti, desideri? Infine, qualcosa che sogni di realizzare?

Vivo un passo alla volta, alla mia età è saggio. Se guardo indietro provo gratitudine, se guardo avanti ho visioni, se guardo in alto provo forza. Se guardo dentro, provo pace.  (Non è mia, è di un nativo americano).

Per rispondere alla tua domanda, sto curando la ripresa di ‘Ho amato tutto’, un monologo-ballata che racconta la vita di una signora che ho conosciuto ed è mancata nel 2020 (anno terribile). Sono in scena con due musicisti, Beppe D’Argenzio al sax e Emanuele Bultrini alla chitarra, accompagnano la storia di Paola Menesini, scritta da mia figlia Evita Ciri. La storia di questa donna attraversa mezzo secolo della vita italiana, e parla di coraggio nelle scelte e di passione. Poi c’è il film ‘L’età Giusta’, girato da pochi mesi, che è sulla piattaforma Paramount Plus.

Mi sono trovata con tre straordinarie colleghe, Gigliola Cinquetti, Giuliana Lojodice e Valeria Fabrizi in giro per l’Umbria con un pullmino rubato, in cerca di avventure.

Molto divertente e anche amaro, primo lungometraggio di un giovane autore, Alessio Di Cosimo. Tutte le età sono giuste, compresa quella sbagliata come la mia… questo mestiere non finisce di regalarmi sorprese. 

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9 commenti

Elisabetta pronti Aprile 13, 2024 - 12:02 pm

,Letto l’articolo di Elena Tasso, sono rimasta colpita dalla sua lealta’ pacatezza e professionalita’. Anche le risposte della Sig.ra Paola Pitagora sono state esaudienti , colme di cultura ed esperienza di vita….. condivido pienamente il pensiero sulla televisione, rimasta indietro, perche’ caratterizzata da linguaggi troppo sciatti , poco composti con
qualche canale di trasmissioni interessanti ed alte.

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Stefano Aprile 13, 2024 - 12:52 pm

Intervista molto piacevole e ricca di spunti di riflessione.
Condivido diversi aspetti sottolineati da Paola Pitagora.
Aspetto la prossima intervista…..

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TITTIROSS Aprile 13, 2024 - 1:10 pm

🌹Sono grata alla mia amica Elena Tasso per avermi fatto apprezzare ‘meglio!’, attraverso questa sua intervista, una delle donne più ‘luminose!’ del panorama cinematografico italiano quale appunto, Paola Pitagora, un’attrice e una donna ‘senza tempo!’, più nota certamente alla generazione dei miei genitori che ‘stravedevano’ letteralmente! per lei, per i suoi films e soprattutto per la sua immensa bravura come attrice. Sono rimasta molto colpita da questa sua intervista, dalla straordinaria ‘freschezza’ del suo linguaggio, del suo racconto e dei suoi ricordi, vivissimi! che fanno di lei una donna coltissima, quale di fatto è sempre stata.
🌹Grazie Elena, questa tua intervista a questa figura così eccelsa, una ‘dea’ del firmamento filmografico italiano, è un importante ‘tassello’ alla comprensione del profilo di questa donna -straordinaria!- a cui va, peraltro, tutto il mio affetto ed il mio abbraccio ‘virtuale’ e dirLe che, nella mia famiglia, quando Lei appariva in televisione, attraverso i suoi indimenticabili films, per l’assoluto silenzio che ci veniva imposto a noi bambini, non doveva…volare una mosca! E anche se in quei momenti io non capivo molto, oggi, ‘con il senno del poi!’ me ne rendo perfettamente conto.
🌹Un grande Grazie alla blogger Elena Tasso e, soprattutto…
🌹un grande, immenso!, Grazie!, a Paola Pitagora alla quale va tutta la mia stima e riconoscenza per averci fatto comprendere, con i suoi Films, la grandiosa e radiosa ‘Arte’ del Linguaggio e della Recitazione.
🌹👏🌹👏🌹👏🌹👏🌹👏🌹👏🌹👏🌹👏🌹👏🌹

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Eugenio Magnarin Aprile 13, 2024 - 3:54 pm

L’intervista di Elena Tasso ci mostra l’umanità e l’umiltà di una grande attrice che ancora, dopo anni di esperienza, scopre ogni giorno qualcosa di nuovo nel suo lavoro. La sua grandezza non è solo sul palco o sul set, la sua grandezza è come donna. E grazie alla penna di Elena, sempre scorrevolissima, che ce l’ha fatta conoscere meglio.

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Alessandro Aprile 13, 2024 - 4:27 pm

Grazie per aprire una finestra così personale ma per nulla commerciale: lo associo allo spessore artistico. Arte, per me, é: esempio, esemplarità, verità…ma soprattutto Patrimonio umano, non vendible perché destinato alla condivisione. Se la TV rappresenta la realtà allora credo che sia meglio il teatro, dove un umano ne incontra altri piuttosto che un electrodoméstico… Alla prossima intervista!

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angela Aprile 13, 2024 - 6:41 pm

Ringrazio di cuore Elena per avermi fatto conoscere non soltanto un personaggio molto importante del teatro del cinema della televisione come Paola Pitagora ma prima di tutto la persona l ‘ amica speciale . Dell ‘ intervista mi ha colpito in modo particolare del suo raccontare senza veli la sua storia le sue paure le difficoltà la fatica i successi . Ne è emerso il ritratto di una persona umile umana generosa. Adoro le persone come lei che conservano nel loro cuore la meraviglia di guardare il mondo con gli occhi di un bambino sempre pieni di stupore. E’ meravigliosa quando dice “ mi appassiona tutto “ e’ una frase contagiosa . Ci invita a
vedere a trovare a cercare la bellezza in ogni piccola cosa. Il tempo passa ma il suo cuore non invecchierà mai . Ne sono certa Grazie Elena di averci sorpreso con questa intervista quale testimonianza di vita di una persona bella unica e speciale .

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Simone Aprile 13, 2024 - 7:03 pm

Elena ha il dono di rendere magico, tutto ciò che la circonda. Ottima e profonda intervista grazie anche ad un’artista come Paola Pitagora. Chapeau

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Salvatore Sordi Aprile 13, 2024 - 10:49 pm

Interessanti le domande ed assai condivisibili le risposte!

L’Arte è quel senso del tutto che, alla fine, ti emoziona solo sussurrandoti accanto.
È lì che la libertà, la pace e la fede vestono l’armonia di un valore unico: quello di esservi presenti!

Pertanto brava Elena 👏 e complimenti a Paola {alla quale potrei confidare che a me, l’approccio col palcoscenico venne insegnato un po’ diversamente, ma poi nell’insieme ho visto che le prospettive sono convergenti.}

Un caro saluto / 👋🌟

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Riccardo Rossi Aprile 14, 2024 - 12:14 pm

Leggere di persone che hanno coltivato con dedizione un talento è oltremodo affascinante. Mi avrebbe fatto piacere sapere da Paola Pitagora il suo rapporto con Dio.

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