A colloquio con Francesco Musto, l’uomo della comunicazione top
Una parte del team del Pensiero, quest’anno ha trascorso qualche giorno in Puglia, a Gallipoli, per godersi una meravigliosa vacanza, all’insegna di uno splendido mare, qualche serata trascorsa con gli amici e chiaramente del sano networking. Qui abbiamo avuto modo di frequentare una delle migliori discoteche d’Italia: La Praja di Gallipoli. Ci ha particolarmente colpito per via della sua enorme forza mediatica, oltre che per la sua ottima musica.
I social media del locale contano, infatti, quasi 80.000 follower su Instagram e 134.000 su Facebook. Ci siamo così messi in movimento, per intervistare la persona che dirige la parte comunicativa della struttura:
si chiama Francesco Musto ed è il Social Media Manager della Praja di Gallipoli.
Alla domanda su come siano riusciti a creare una audience così vasta sui social media, Francesco ritiene necessario fare un passo indietro, per definire il target d’età a cui mirare.
“La nostra audience è in continua evoluzione e riciclo. Siamo un locale che come fascia d’età cura principalmente quella tra i 18 ed i 34 anni, con eventi (specialmente il sabato)che ampliano l’offerta anche alla fascia 35-65”. Prosegue nella descrizione: ”a livello strategico abbiamo inizialmente sempre lavorato mostrando la bellezza del territorio e della location, andando a realizzare video che mostravano la Gallipoli night and day. Successivamente per far sì che il locale si affermasse anche a livello nazionale, abbiamo lavorato molto sulla comunicazione e sullo show con i grandi artisti internazionali che la dirigenza della Praja di Gallipoli ha scelto negli ultimi anni. Ultimamente, grazie allo strumento collaborazioni, stiamo ottenendo ottimi risultati anche a livello organico”.
E il trend crescente è confermato anche quest’anno con artisti del calibro di Steve Aoki, Timmy Tumpet e Meduza.
Continuando lo scambio di pareri, gli chiediamo quanto il lavoro sui social incida realmente sull’ammontare delle vendite. Il SMM della Praja di Gallipoli ci conferma l’importanza dell’utilizzo dei nuovi mezzi comunicativi:
“Il lavoro social è una delle parti integranti alla buona riuscita dell’evento e delle vendite. Dal mostrare la location, poi quello che avviene durante la serata, far vedere l’artista e ricordare a molti la discografia (molte volte conosci il pezzo, ma non l’artista), spiegare eventuali benefit fra vendita online o botteghino, fornire ai PR tutta la comunicazione su ospiti, servizi offerti dal locale (basta pensare ad un festival dove mostrare area food, area relax, vari stage) sono tanti ingredienti fondamentali al successo di un evento”.
I risultati di un professionista ci sono, e si vedono chiaramente.
Ma adesso, per salutarci, è arrivato il momento della ‘domanda delle domande’. Quali sono i requisiti per essere un buon Social Media Manager?
Questa la ricetta magica di Francesco: “Credo che oggi la dote fondamentale sia quella della leadership. Un SMM non lavora più da solo, fortunatamente, ma con un team formato dalle varie figure (creator, copy, video maker, fotografo, data analyst) e riuscire ad ascoltare le idee di tutti, confrontarsi con loro e con le varie novità del mercato è fondamentale al giorno d’oggi. In più, per sfruttare l’opportunità delle collaborazioni con gli artisti, ci vuole una buona dose di empatia, per farli sentire a casa nella vita reale e social”.
Insomma, un vero direttore d’orchestra che deve essere in grado di coordinare tutti i musicisti affinché la comunicazione sia vincente.
