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Podcast, un nuovo sbocco per il giornalismo?

GRANDI TESTATE IN CRISI, E' TEMPO DI UN CAMBIAMENTO

da Matteo Pertoldi
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Podcast, è il tempo perfetto

È risaputo, detto e ridetto, che oramai il giornalismo in Italia si trova in una condizione di totale crisi.

Sempre meno gente compra giornali cartacei, la consultazione dei quotidiani avviene principalmente online e questo apre le porte ad innumerevoli possibilità di distribuzione e di strategie di informazioni.

Una di queste è certamente il podcast, una piattaforma molto versatile e flessibile, che altro non è che una trasmissione radio, diffusa in formato audio o video su internet. 

Accade spesso che le trasmissioni radiofoniche vengano convertite in podcast. 

Un tentativo di conversione particolarmente ben riuscito è quello de La Zanzara, dove una trasmissione nata in radio è mandata in onda in diretta anche in Internet, in vari social quali YouTube e di cui alcuni estratti vengono ripubblicati su piattaforme di streaming musicali, quali Spotify o Amazon Music, o in forma di brevi estratti su Tiktok ed Instagram.

Sono stati proprio gli shorts a rendere il programma celebre, in quanto hanno reso gli spezzoni virali. Questo esempio mostra quanto un prodotto radio sia in grado di soddisfare le esigenze di fruitori di podcast. 

La crescita del fenomeno, negli ultimi mesi, è stata esponenziale non solo per programmi volti all’intrattenimento, ma hanno registrato discreti numeri anche podcast più informativi, quali ad esempio 24 Mattino sempre di Radio 24 o Mattanza (il racconto giornalistico delle stragi del ‘92), a dimostrazione della validità di questo format.

Sono tuttavia ancora poche le realtà giornalistiche ad avervi creduto ed investito veramente.

I risultati sono stati più che dignitosi, senza però aver mai rotto il muro della viralità, specialmente quando il tema del racconto è stato prettamente informativo.

Sembra che le redazioni ancora non abbiano trovato la chiave per parlare ad un pubblico molto giovane, che è quasi totalmente estraneo al tipo di podcast in questione.

D’altro canto, sono molti gli editori che, piuttosto che cavalcare la nuova onda, si ostinano a combattere in modo goffo e poco dignitoso un gigante ormai inarrestabile. 

Coinvolgimenti incredibili infatti sono stati registrati da podcast di base social come Muschio Selvaggio, dove anche puntate prettamente informative quali quelle con Travaglio, Gratteri, Saviano, Galimberti, solo per citarne alcune, sono state visionate milioni di volte, soprattutto dai giovani.

È sbagliato quindi stabilire che le nuove generazioni sui social non nutrano alcun interesse se non per il trash: sta tutto nel trovare la giusta miscela, per fornire un prodotto appassionante e coinvolgente agli occhi di un nuovo pubblico.

È stato lo stesso Fedez, ex protagonista di Muschio Selvaggio, in un’intervista, a dichiarare che i social creeranno in futuro un nuovo capitolo dell’editoria, che a detta sua avrebbe gli anni contati.

PODCAST, NUOVA VISIBILITA’ E POSSIBILITA’ SOCIAL E MEDIA

Una visione forse un po’ drastica e soggettiva del settore. Risulta difficilmente immaginabile una repentina chiusura di tutti i maggiori quotidiani, che al momento rappresentano ancora la migliore fonte giornaliera di informazioni attendibili.

Podcast, è il tempo perfetto
Podcast, è il tempo perfetto

Ciò che però è evidente è la NON sostenibilità economica della stragrande maggioranza dei giornali italiani, tenuti in piedi come mezzo di comunicazione politica dalle più importanti holding italiane.

È  ancora più chiaro che il declino dei quotidiani, con il processo del ricambio generazionale, non sarà che destinato a mantenere la sua rotta. 

Una fusione tra giornalismo e podcast sarà necessaria in un futuro prossimo. 

Il podcast in Italia è attualmente un prodotto sicuramente molto interessante, ma non ancora in grado di sovvertire il giornalismo soprattutto per l’assenza, spesso, di redazioni in grado di produrre un prodotto ben strutturato e di elevata qualità informativa.

Il podcast “mediatico” risulta ancora troppo di intrattenimento.

Certo è uno degli unici formati social, considerati lunghi (le puntate possono avere durate superiori alle 2 ore), ad avere un elevato watch-time (tempo di visione).

È una vera eccezione, un fenomeno estremamente raro, specialmente se paragonato alla decrescente soglia di attenzione delle persone che si annoiano sempre più velocemente.

Proprio per questo motivo il trend dovrebbe essere sfruttato e sviluppato al massimo, per consolidare una ampia audience.

Passato il treno dei podcast, si è incerti se verranno attenzionate altre forme di contenuti di simile approfondimento e con simile durata. Per questo motivo gli editori non devono farsi sfuggire questa occasione.

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