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Prossimità virtuale

IL PENSIERO DI WHATSAPP AFFRONTA L’ERA DEL DISTACCO

da Giovanni Profeta
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PROSSIMITA’ VIRTUALE

La transizione verso l’interazione digitale che la società sta attraversando a livello globale, pone interrogativi significativi sulla natura delle connessioni umane.

Se l’immediatezza e la facilità di comunicazione attraverso i mezzi digitali hanno il potenziale di abbattere le barriere fisiche, esistono comunque sfide legate alla profondità ed alla qualità delle relazioni che si instaurano.

Devono crescere i sentimenti veri tra esseri umani, e non tra computer e persone singole.

Relazione e interazione

Relazione e interazione

La capacità di coltivare connessioni emotive, indipendentemente dalla presenza fisica, riflette inesorabilmente un ampliamento del concetto di vicinanza, che ora abbraccia dimensioni psicologiche e digitali.

Questo nuovo approccio alla scambievole dimensione esistenziale evidenzia l’importanza di ripensare le interazioni in chiave inclusiva e sostenibile, promuovendo un tessuto sociale coeso e soprattutto accessibile a tutti, riducendo privilegi per pochi, ed aumentando opportunità per molti.

In questo contesto, emerge la necessità di bilanciare quantità e qualità delle interazioni, sottolineando l’importanza di un impiego consapevole delle tecnologie per favorire legami autentici e significativi, al di là della semplice condivisione di informazioni.

È certamente un nuovo scenario che si è imposto, e che solleva anche riflessioni su inclusione ed equità.

La disponibilità di nuove ed accessibili competenze digitali diventa fattore determinante per l’accesso alle opportunità di relazione e interazione, evidenziando la presenza di un divario che può accentuare le disuguaglianze sociali.

La democratizzazione dell’accesso alla tecnologia diventa quindi fondamentale per garantire che ogni individuo possa beneficiare delle possibilità offerte dalla prossimità virtuale, promuovendo una società più inclusiva e coesa, dove nessuno sia lasciato indietro.

La quantità di interazioni non necessariamente si traduce in una maggiore intimità o comprensione reciproca. Ecco la chiave di lettura del ‘modernismo quantistico’ dal quale vogliamo stare alla larga:  da un lato facilitatori di connessioni, dall’altro potenziali superficializzatori delle relazioni umane.

Il problema della comunicazione

Noi del Pensiero, non lo saremo mai! Le moderne metropoli sono caratterizzate da una densità fisica e sociale immensa, con architetture e infrastrutture che modellano non solo il nostro ambiente, ma anche le nostre interazioni quotidiane: siamo troppo ‘loggati’ su noi stessi, raramente dialoghiamo con il nostro vicino di casa, sovente non sappiamo chi abita nel nostro condominio.

L’abitare la città va invece oltre la semplice occupazione di uno spazio; significa partecipare attivamente alla vita urbana, con tutte le sue complessità ed opportunità.

Ciò include il modo in cui utilizziamo gli spazi pubblici, i servizi condivisi e le aree verdi, nonché come interagiamo con le diverse comunità che coabitano lo stesso tessuto urbano.

Quanto ci aiutano i responsabili della Polis? Meglio stendere un pietoso velo di compassione. Andiamo avanti nella lettura del settimanale, e rendiamoci conto che, anche nel ‘magna magna di ogni giorno’, c’è del gusto: buona lettura!

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