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Louis Vuitton, guida irriverente di Roma

LA MORFOLOGIA DI UNA CITTÀ PUÒ INFLUIRE SULLE ABITUDINI DEI SUOI ABITANTI?

da Sabina Aversa
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È notizia di pochi mesi fa: le borse eleganti di Louis Vuitton, tronfie del monogramma della casa di moda, agognate dalle signore dell’alta-media-normale borghesia si conformano con la giusta capienza per portarsi dietro una delle guide turistiche che fanno capo allo stesso marchio celeberrimo.

La mia attenzione è stata attratta, vivendo a Roma, proprio dalla guida dedicata alla capitale, e ciò non perché abbia bisogno di una rispolverata circa le meraviglie artistiche che rendono l’urbe un unicum nel panorama turistico italiano e internazionale, bensì per i riferimenti ai Romani e alle loro abitudini di vita.

Riporto alcune delle righe su cui riflettere non viene troppo difficile. “I romani camminano lenti, non c’è alcun bisogno di correre, ma il risultato è che sono sempre in ritardo.

Camminano con nonchalance e si salutano senza fretta”. Ebbene sono di parte, ma leggendo queste frasi mi si sovrappongono alla mente immagini di romani maratoneti che, di prima mattina, cercano invece di prendere davvero al volo autobus strapieni e straripanti di passeggeri.

Quanto può essere superficiale e fuorviante un’osservazione del genere pubblicata su una guida turistica?

Conoscere i luoghi in cui si passeranno delle vacanze non può esprimere una presuntuosa volontà di conoscerne gli abitanti. E ancora la guida prosegue “guardano per terra perché tra sanpietrini e radici c’è il rischio di finire con una caviglia rotta”, “nelle strette vie del centro i Romani camminano in mezzo alla strada perché la pavimentazione è inesistente, si spostano di lato solo quando sentono arrivare macchine e moto” (ma pensa te, la stranezza!).

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I-romani-migliori

“Passeggiare nei quartieri antichi di Roma, può concedere uno spettacolo unico: quello di coloro che se ne fregano e indossano comunque i tacchi alti e si trovano a girare zoppicando dopo che le loro décolleté sono rimaste infilate tra due sanpietrini”.

A tal proposito Vuitton suggerisce “di indossare delle brutte scarpe basse oppure di camminare sulle punte con il rischio di apparire un po’ ridicoli”.

Perché dovere ricordare alla celeberrima guida che un luogo è caratteristico proprio per conformazione territoriale e adattamento di comportamenti di chi ci abita?

Che le donne francesi adorano le “brutte” scarpe basse modello ballerine tanto da farne una moda insostituibile di comodità negli outfit abituali, nonostante la pavimentazione delle strade parigine prive di altimetrie?

La domanda più interessante: quanto l’ambiente influenza e definisce abitudini e atteggiamenti di chi vi abita?

È innegabile pensare che chiunque vive adattandosi e modificando abbigliamento e gestualità quotidiane in base a ciò che il panorama urbano offre.

Se fa freddo ci si copre, se si va a fare trekking si calzano scarpe adatte, se ci si appresta a macinare chilometri per visitare meraviglie artistiche testimonianza di tempi storici che non appartengono a tutte le città del mondo, si sceglie con buon senso la comodità di calzature adatte.

Le ovvietà uccidono l’informazione e in questo caso, deviano su quello che una guida dovrebbe fare, informare su tragitti in cui la vista e l’anima devono avere appagamento maggiore.

Louis Vuitton, ha capito davvero i romani?

I Romani, come i milanesi, come gli americani, come qualsiasi altro popolo che vive in una determinata zona geografica presentano caratteristiche proprie, ebbene si, anche determinate da elementi esterni alla propria volontà.

I tragitti lunghi di una capitale detta tempi di ritardo involontari, in cui però non si annullano quelle sfumature “umane” che ai Romani non si tolgono per nulla al mondo.

Il saluto, il sorriso, la battuta, la sagacia, l’ironia, la sonorità propria di un monosillabo che solo a Roma risuona AO la dice lunga sulla solarità di Roma e dei suoi abitanti, sul cabaret dei mercati rionali, sulle traballanti passeggiate sui sanpietrini, traballanti si, anche incerti, anche pericolosi ovviamente perché mettono a dura prova l’equilibrio, e danno movimento inaspettato a un percorso di vita che non rispecchia quello di una piatta passerella di moda.

Questa è vita! E mi auguro, caro Louis Vuitton, che in una guida prossima non si arrivi a dire che per visitare il Colosseo sarebbe bene mettere i paraorecchie vista la eccessiva ‘contro ventilazione’ data da archi in sequenza su tutti i lati.

Turismo fai da te!

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