Il PENSIERO di WhatsApp ti invita a non porre limiti al sapere. Articolo di prima pagina del numero 24
Socrate credeva fermamente che nulla dovesse essere troppo sacro. Sì, niente dovrebbe essere al di sopra delle domande. Nella sua epoca, rra giunto alla consapevolezza che le domande erano più importanti delle risposte. Aveva una domanda su tutto. Piuttosto che accettare le convenzioni del suo tempo, con calma le rese contraddittorie, fino al punto di entrare in conflitto con se stesso.
Un vero faro per l’umanità, Socrate rappresenta ancora oggi un esempio di potere intellettuale e spirituale. Orgoglioso cittadino di Atene, tuttavia, Socrate andava oltre i confini della sua città. Era una figura troppo grande ed incomprensibile, tanto che Atene stessa si sentiva minacciata da lui. Così, alla fine, fu condannato a morte.
Il suo crimine? Semplice, ma essenziale e inadatto per ogni epoca: quello di non tollerare la menzogna, di cercare incessantemente la verità. Sfidando le convenzioni del suo tempo, Socrate ha instancabilmente indagato su ogni aspetto della vita. Egli credeva che non si potesse mai sapere abbastanza e che la vera saggezza risiedesse nell’accettare di non sapere abbastanza. Non sorprende quindi che l’oracolo di Delfi, quando gli fu chiesto chi fosse l’uomo più saggio, rispose: “Socrate”
Socrate, sapeva si non sapere .
Quest’uomo sapeva di non sapere nulla. Era consapevole che ogni domanda meritasse di essere esplorata, e proprio questa consapevolezza ha ispirato le generazioni future a definire “il metodo socratico” come il modo più potente di apprendere. La filosofia occidentale non avrebbe avuto basi solide senza il suo spirito di interrogazione. Mettendo continuamente in discussione le cose, Socrate ha mostrato come si possa arrivare alle soluzioni.
Riesci tu ad elevarti al di sopra delle emozioni, dei sentimenti e dei pregiudizi per utilizzare le domande come strumento per raggiungere autentiche risposte? Ai tempi di Socrate, la risposta era un deciso “NO”, ed anche oggi la questione rimane in sospeso. Chissà per quale motivo, ma c’è bisogno di tanta stupidità da ascoltare, prima di arrivare alle conclusioni.
Nonostante insegnasse la saggezza ai giovani, credesse negli dei e amasse Atene più di ogni altra cosa, fu condannato a morte e imprigionato. I suoi amici cercarono di organizzare la sua fuga, ma Socrate rifiutò. Rimase nel luogo che amava per affrontare il suo destino, consapevole che aveva vissuto e insegnato la verità in cui credeva.
Ed oggi, e non solo sul Pensiero, il suo eco risuona forte e plasma cuore e mente di chi vuole respirare un senso di libertà interiore che la società non permette quasi più. S
cappare dall’omologazione: questo farebbe oggi Socrate, rifugiandosi probabilmente dietro le rovine della sua Atena. Curioso, aperto all’infinita presenza. Concreto.