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L’immateriale in vendita

QUANDO LA FANTASIA DIVENTA MOTORE CREATIVO DI OPERE D’ARTE

da Sabina Aversa
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Foto: Credits Salvatore Garau, Instagram


La fantasia, la creatività e il suo potere di costruzione, piuttosto che di astrazione, è spesso giudicata come potenza priva di autorità, e sempre più riconosciuta quale principale dote dell’infanzia. Dote che con l’avvento dell’età adulta sembra sbiadirsi, fino a lasciare il posto a razionalismi dai rigidi schemi.

C’è chi si rimprovera di non essere un soggetto creativo, chi esalta questa potenzialità come voce più intima del proprio essere, chi ne tralascia volutamente la forza prorompente quasi vergognandosi di inseguire evoluzioni astruse di pensiero.

La creatività se ben dosata aiuta, invece, ad uscire da labirinti mentali in cui le vie di fuga sembrano impossibili, rende dinamica la mente anche quando appare stagnante e paralizzata in claustrofobiche viuzze senza luce ed aria.

E sul valore della fantasia una notizia riportata in questi giorni sui social aiuta a non avere più alcun dubbio. Infatti nel 2021 un artista italiano, Salvatore Garau, ha venduto una scultura invisibile per la modica cifra di circa 18.000 euro, fornendo all’acquirente di insolite preferenze artistiche, un certificato di autenticità, che ne confermasse l’esistenza. Non stiamo parlando del solito “furbetto di quartiere”, ma di un vero artista che ha seguito un importante periodo formativo di studi presso l’Accademia di Belle Arti di Firenze, città dove dal 1984 ha iniziato la sua carriera di artista. Quindi, fermo restando che l’autore dipinge forme del tutto visibili, l’opera dal titolo “Io sono”, non aveva né forma fisica, né colore, era opera del tutto immaterica, ma aveva un certificato di autenticità e persino delle istruzioni per poter essere adeguatamente installata a casa.

A chi lo ha intervistato, e se ne è occupata anche la Rai, Garau ha spiegato il senso artistico del suo pezzo, paragonandolo ad una fonte di energia, a cui i fruitori stessi danno senso e significato, immaginando forme e colori in libertà.

Facile sbottare con “ecco un altro che ha capito come si fanno i soldi”, in realtà la notizia vuole, senza polemiche, sottolineare quanto la fantasia sia capace di creare cose, immagini, forme che diventano valore anche economico, che non si sottraggono ad istruzioni di installazione, facendo nascere sorrisetti ironici solamente nel leggere ciò.

Non solo c’è un artista come Salvatore Garau che “produce” arte, anzi, sarebbe meglio scrivere inventa arte, ma c’è anche chi lo acquista, investendo denaro, denaro vero. La domanda nasce spontanea: perché? Perché dare valore economico al nulla, perché pagare lo stimolo a fantasticare sul vuoto, riempiendolo di senso e visioni personali? Provocazione a oltranza? Gioco azzardato di un dare e avere poco comprensibile ai più? Andando oltre a qualsiasi più erudita spiegazione, che pure è nel percorso creativo di un artista che dipinge tele di grandi dimensioni, il volere di Salvatore Garau è quella di far in modo che le persone riprendano ad usare la propria immaginazione. E questo è un invito, una volontà assolutamente condivisibile.

L’immaginazione viene usata continuamente, ma in maniera errata, diventa veicolo per azionare ansie anticipatorie, per immaginare guai, momenti che necessitano di attenzione estrema, attimi di panico nati da mancanza di controllo. L’immaginazione non aiuta chi la utilizza a creare cose belle, ad essere in grado di immaginarci in un mondo migliore, con un lavoro che ci piace, o impegnati in relazioni che ci soddisfano. Il cammino spontaneo verso l’autorealizzazione ci indirizzerebbe ad immaginarci tempi di alto benessere, eppure non succede questo.

Troppo spesso usiamo l’immaginazione per ipotizzare il peggio, e non è un caso che al giorno d’oggi i corsi per riprendere il percorso giusto, per vivere il momento presente, senza rimuginare a vuoto nascono come funghi. Pensiamo al momento presente, perché è realmente l’unico su cui poter agire, ma non dimentichiamoci della enorme opportunità di fantasticare, di utilizzare la grande mente per giocare con scene, forme, e colori per dare regia a scenari che forse non si avvereranno mai, ma che daranno il giusto respiro a giornate pesanti e tutte uguali.

E se così fosse Salvatore Garau ha davvero offerto opportunità, quella di rincorrere il pensiero dando forma ai sogni.


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