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Gli scatti di Claudia Fontana

ALL’AMBASCIATA DEL BRASILE INCONTRANO LA POESIA DELLE FORME DI OSCAR NIEMEYER

da Giuseppe Ussani D'Escobar
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Claudia Fontana, foto  110 x 110 cm, Meteoro scultura di Bruno Giorgi Palazzo Itamaraty, Brasilia

La mostra di Claudia Fontana presso lo spazio espositivo dell’Ambasciata del Brasile nel cuore di Roma a Piazza Navona è un’esplorazione continua della luce e una dichiarazione di amore appassionato per le forme e le architetture di Brasilia, la capitale dell’immenso Stato dell’America del Sud. Tutto ebbe inizio dall’intuizione e dall’aspirazione di un uomo Juscelino Kubitschek de Oliveira (Diamantina, 1902 – Resende, 1976), allora Presidente del Brasile, a voler costruire la città simbolo in una zona desertica dell’altopiano centrale, e finalmente un fiore di fantasia e leggerezza prese corpo dai disegni innovativi e originali di Oscar Niemeyer (Rio de Janeiro, 1907 – Rio de Janeiro, 2012). 

Claudia Fontana, foto 110 x 80 cm, Congresso Nazionale, Brasilia
Claudia Fontana, foto 110 x 80 cm, Congresso Nazionale, Brasilia

Claudia Fontana racconta Brasilia

Le prove generali erano già state concepite e andate in scena a Belo Horizonte nel quartiere di Pampulha nel 1940, sempre su iniziativa di Kubitschek de Oliveira, a quel tempo Sindaco della città, con la costruzione di edifici dalle linee curve e sensuali quali il Casino e la Casa do Baile sempre su progetti del famoso architetto modernista Niemeyer. L’arrivo di Le Corbusier (La Chaux-de-Fonds, 1887 – Roccabruna-Capo Martino, 1965) in Brasile aveva aperto le porte alla nuova architettura, ma di certo l’uso creativo ed elastico che Niemeyer fece del cemento armato era destinato a rappresentare un modello e un apporto completamente innovativo nel disegnare il profilo e il carattere di una città.

Brasilia diventerà un’opera d’arte grazie alla determinazione di un gruppo di creativi tra i quali dobbiamo ricordare, oltre a Niemeyer, l’architetto Lúcio Costa (Tolone, 1902 – Rio de Janeiro, 1998) responsabile del progetto dal punto di vista urbanistico e della viabilità, degli appaltatori che dovettero rispettare dei tempi molto stretti per portare a termine le opere e degli operai che si adattarono rapidamente e con spirito di grande sacrificio alle condizioni spesso molto ardue di lavoro. 


Per Niemeyer, Brasilia era l’invito all’immaginazione, alla fantasia e doveva essere il manifestarsi in concreto di una libertà plastica illimitata 

In sostanza, il grande architetto si sentiva chiamato a modellare un sogno. Egli perseguiva l’obiettivo e l’ideale di “forme nuove e belle” che suscitassero “sorpresa ed emozione” dando vita e respiro a un’atmosfera di “estasi, sogno e poesia”. Claudia Fontana s’identifica pienamente con il codice altamente e sensibilmente espressivo di Niemeyer, valorizzandone ed esaltandone il messaggio di profondità spaziale, di scorcio di prospettiva, di leggerezza ondulante e sospesa tra cielo e terra. La Fotografa, grazie ai suoi notturni, mette in risalto la dimensione metafisica di Brasilia nel silenzio contemplativo e mistico delle forme. Fontana giocando con i riflessi, nell’ora dell’alba o del tramonto, offre consistenza corporea e al medesimo tempo effimera alla gigantesca utopia dell’altopiano restituendola al dominio sacro della natura che tutto possiede. 

Su un lato dell’edificio, che ospita il Ministero degli Esteri, si trova il “Meteoro” ovvero il “Meteorite” sospeso sull’acqua, dello scultore brasiliano Bruno Giorgi (Mococa, 1905 – Rio de Janeiro, 1993), realizzato nel prezioso marmo di Carrara nel 1967: si tratta di una sfera costituita da cinque pezzi che interagiscono in modo armonioso volendo simbolizzare i legami di amicizia che dovrebbero contraddistinguere le relazioni tra i governi del mondo.


Un omaggio fotografico unico

La Fotografa riesce a catturare l’essenza e l’energia cosmica del “Meteorite”, decontestualizzandolo dall’insieme architettonico, grazie ai riflessi nello specchio d’acqua e con l’immortalarlo nella luce notturna e stellare dei suoi abbracci complici e contrastanti di pieni e vuoti. 

La linea retta non era contemplata dalla visione onirica di Niemeyer, ma veniva piuttosto rigettata come si trattasse di un àncora avente lo scopo funzionale di ormeggiare e obbligare l’architetto visionario e sognatore a mantenere i piedi ben radicati in terra, mentre al contrario gli edifici, da lui fantasticati e progettati, avevano e mantengono, ad oggi, tenacemente la vocazione di smaterializzarsi nel sogno, di andare oltre, di viaggiare in altre dimensioni.


L’architettura sospesa tra sogno e realtà

Il cemento armato vivifica e rende le costruzioni, del famoso architetto brasiliano, armoniose, agili e capaci di volare, di staccarsi da terra e di entrare nell’universo incantato del mistero, si va ripetendo in questo modo, a tutti gli effetti, lo stesso tipo di esperienza che si rinnova ancor oggi osservando i dipinti e i disegni del grande artista Jean Carzou (Aleppo, 1907 – Périgueux, 2000), tanto stimato da Niemeyer, il quale tracciava sulla carta e sulla tela realtà urbane metafisiche e surreali che continuano a ospitare, sul suo sconosciuto pianeta, un popolo di umani che sembrano essere più delle apparizioni che dei veri e propri esseri in carne e ossa. 

La realtà utopica e metafisica di Niemeyer ha senza alcun dubbio un debito nei confronti del nostro geniale De Chirico che, in epoca moderna, ha rivisitato e rivoluzionato il linguaggio delle Piazze dilatandole alla ricerca dell’infinito e proiettandovi ombre misteriose che diventavano, per l’appunto, apparizioni.  Claudia Fontana ben materializza, nei suoi eleganti e raffinati scatti, il sentimento di sospensione e attesa dello spirito generato dalla percezione del mistero e finisce per stimolare in noi il desiderio della sorpresa e dell’evento inatteso. “Forme nuove e belle” sono sempre dietro l’angolo nel nostro percorso di vita, sempre pronte a stupirci, a meravigliarci e a emozionarci.


La Personale “Indaco Urbano” della Fotografa Claudia Fontana a cura di Alva Pinheiro sarà visitabile gratuitamente presso la Galleria Portinari di Palazzo Pamphilj dell’Ambasciata del Brasile in Italia in Piazza Navona, 10 a Roma con i seguenti orari dal lunedì al venerdì dalle 10:00 alle 17:00. La mostra che si doveva concludere il 14 febbraio è stata prorogata fino al 28 marzo 2025. Per Info: brasemb.roma@itamaraty.gov.br


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