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George Condo e il suo bizzarro carnevale postmoderno

DALLA HORTEN COLLECTION DI VIENNA

da Giuseppe Ussani D'Escobar
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Quando George Condo giungeva in Germania, a Colonia, alla ricerca di nuovi stimoli artistici la prima persona che lo avrebbe accolto sarebbe stato un tassista che indossava una maschera: erano i frenetici giorni del carnevale, giorni nei quali la spirale della goliardia avvolge inevitabilmente il visitatore della città tedesca che da questa non riesce a venirne fuori, si è come privati di una volontà propria e se ne viene completamente risucchiati.

Centrale all’universo di Condo è la fantasia palpitante e vibrante del carnevale, della mascherata; il mondo alla rovescia impone la sua voce profonda ed emerge dagli abissi dell’inconscio, sovvertendo l’apparecchiata razionalità del quotidiano. La maschera diventa il volto autentico dell’uomo manifestando gli impulsi e le passioni più nascoste, l’identità sommersa. Il Surrealismo, nella sua qualità di movimento artistico, era l’espressione del subconscio che veniva allo scoperto, alla luce del giorno. Condo, da conoscitore e frequentatore attento della storia dell’arte, si sarebbe appassionato a questa corrente che si sposa naturalmente alle corde della sua sensibilità spontaneamente esploratrice della dimensione onirica e dal crogiolo alchemico della sua mente sarebbero affiorati i personaggi dalle forme capricciose e grottesche, che con ogni evidenza appartengono ad altri universi.


Le influenze letterarie e artistiche

Aldous Huxley aveva spalancato ai grandi poeti della Beat Generation “Le Porte della Percezione” (dal titolo del suo saggio del 1954) e dal mondo, che a questi era stato svelato, provenivano continue rivelazioni che per il poeta Allen Ginsberg s’identificavano inizialmente con la voce di Dio, successivamente con la voce di William Blake e infine con una frammentazione di voci dai tempi antichi, dal passato.

Grazie all’ipnosi, all’innamoramento per una storia futuribile dell’umanità riscontrabile e rintracciabile nel romanzo di Huxley del 1932 “il Mondo Nuovo” e agli allucinogeni era nata dalle feconde menti anticonformiste di questi colti scrittori una nuova realtà dove regnava la più totale e completa libertà di espressione e d’immaginazione ed è così che Condo sulle loro tracce, grazie in particolare alla sua amicizia e frequentazione lavorativa con lo scrittore e pittore William S. Burroughs, si trasformava in un cosmonauta del surrealismo psichedelico e dai suoi viaggi egli tornava con creature nuove e originali, con ogni certezza originarie di altri pianeti.


L’eredità di Picasso

Altra sorgente determinante d’ispirazione per la raffinata creatività di George Condo è stata Picasso, la scomposizione della figura umana e degli oggetti realizzata dal grande artista spagnolo lo ha visibilmente incuriosito e attratto da sempre, in questa stessa direzione egli si è mosso ereditando l’insegnamento e proseguendone l’evoluzione, fino a giungere a moltiplicare nei protagonisti della sua fantastica pièce teatrale, in un modo innovativo e unico, la coesistenza degli stati mentali che si danno in una sequenza rapida emozionale da vero e proprio cortocircuito, quasi che una scarica elettrica finisca per possedere i caratteri fisionomici del personaggio scuotendoli, rendendoli instabili,  di conseguenza confermando e ammettendo la precarietà degli stati d’animo e della stessa vita.

Un fenomeno tellurico interno soggioga e costringe i personaggi di Condo a proiettare all’esterno i loro ritratti spirituali fondati sulle contraddizioni e sul contrasto fra pensieri e desideri, fra verità e finzione. 


Umanoidi e ritratti grotteschi: l’ironia nella pittura di Condo

All’interno del microcosmo di George Condo si agitano infinite energie e identità; una parte di lui, dell’artefice, si riversa in ogni sua creatura, in ogni suo umanoide; si tratta di esseri che hanno varcato e superato le soglie dell’umanità lasciandosela alle spalle ma allo stesso tempo incorporandola, integrandola, nel perseguire la perfettibilità, preservandone ed esaltandone l’aspetto ironico, grottesco e agghiacciante per il tramite della memoria visiva; la nostalgia si è definitivamente impadronita di questi viventi, dalle sembianze aliene, aspiranti alla perfezione, ed è il motore, il fattore scatenante dei ritratti a olio realizzati dall’artista che guardano con ammirazione ai grandi maestri del passato.

La Collezione Horten, grazie alla sua benefattrice e fondatrice, nel suo museo custodisce e presenta al pubblico le importanti e interessanti opere di George Condo. Heidi Goëss-Horten aveva intuito la genialità di questo grande artista che si afferma nel panorama dell’arte contemporanea quale detentore e diffusore di una capacità visionaria unica e rara, mai stanca di rinnovarsi costantemente, tenendo comunque sempre presente e nella dovuta considerazione le sue radici e i suoi esordi nella Pop Art alla quale rimane debitore per il suo continuo riferimento ai fumetti e ai cartoons.


Il Carnevale della Percezione

George Condo, Wild Ass Annie
George Condo, Wild Ass Annie, 1998, olio su tela, Heidi Horten Collection, Vienna

La “Wild Ass Annie” (“Annie Culo Selvaggio”) olio su tela del 1998, dalle collezioni del museo, incarna con notevole efficacia il mondo dionisiaco dell’artista: nell’opera risalta una certa dolcezza mista a un erotismo primitivo e selvaggio privo di freni, disponibile all’aggressione tenera ma feroce con il fine d’imporre la sua presenza fisica al maschio.

Una travolgente “Venere” moderna dalle orecchie giganti pronte ad ascoltare ogni minimo sussurro d’amore e ad accogliere qualsiasi confidenza. Lei Annie, attraversata dalla tensione mentale di vigilanza acuta sul confine dei nostri sogni erotici, è lo specchio di una nostra sessualità e sensualità alternativamente armoniosa e disturbata. Una parte del titolo dell’opera “culo selvaggio” svela la doppia identità di Annie: lei è fondamentalmente un’adorabile e amabile selvaggia con la quale non è per niente facile relazionarsi ma proprio per questo estremamente attraente.

George Condo inventa il carattere di “Rodrigo” e per il tramite di questo suo alter ego, uomo qualunque la cui origine è la strada, musicista squattrinato ma dotato di un astuto senso comune, apre la via nel suo fare arte agli ordinari e semplici protagonisti della vita quotidiana nella società, offrendogli una dignità e innalzandoli alla centralità dei sentimenti e della concezione artistica introducendoli in autorevole posa nel ritratto all’antica. Nuovamente, il carnevale penetra prepotentemente dalle “porte della percezione” di Huxley e dilaga come un fiume in piena, i ceti medio bassi pretendono e conquistano il loro territorio, uomini e donne comuni si mostrano quali incontrastati re e regine di un mondo che si riteneva dovesse rimanere rigido e chiuso, congelato nella sua struttura gerarchica. 

George Condo, Housekeeper
George Condo, Housekeeper 2001, olio su tela, Heidi Horten Collection, Vienna



Tutti gli antichi equilibri e pregiudizi saltano, ma l’atmosfera magica della pittura antica resta e si rafforza nella sua cristallina purezza incontaminata: l’artista con la sua pennellata medita e si trattiene sul fondale del dipinto dal quale evoca e chiama la forma simbolica della creatura bizzarra, che egli estrae dal subconscio, come espressione degli infiniti e misteriosi sogni e pensieri. Condo alla sua “Housekeeper” (la “Governante”) olio su tela del 2001 infonde lo spirito aristocratico della donna orgogliosa e fiera per la sua responsabilità di condurre la gestione di una famiglia e di una casa. Lei potrebbe aver trovato la sua ispirazione negli antichi ritratti dei Cardinali o dei Condottieri che George Condo avrà visto e contemplato in ammirazione nei numerosi musei che non si è mai stancato di visitare.


Il museo della Heidi Horten Collection è aperto tutti i giorni dalle 11:00 alle 19:00, il giovedì dalle 11:00 alle 21:00; con l’eccezione del martedì che rimane chiuso; Per info Heidi Horten Collection, Hanuschgasse 3, 1010 Vienna, info@hortencollection.com, tel. +43 15125020, https://hortencollection.com/en


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