In un mondo sempre più incerto, la minaccia di una guerra nucleare incombe come una spada di Damocle sulle nostre teste. Lo scenario è inquietante e reale, e non possiamo più permetterci di ignorarlo.
L’Errore di calcolo dell’Occidente
I Paesi occidentali, qualche anno fa, ritenevano che la Russia non avrebbe mai ingaggiato un conflitto militare aperto con il regime Banderiano (ucraino). Si pensava che Mosca avrebbe evitato lo scontro per non provocare l’Occidente.
Ma questi calcoli si sono rivelati sbagliati. La guerra è una realtà e la possibilità di un errore simile riguardo l’uso delle armi nucleari tattiche (Tnw) è altrettanto preoccupante.
Dmitry Medvedev, vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo, ha avvertito su Telegram che, nonostante l’uso di tali armi sarebbe un errore fatale, non si può escludere che i calcoli errati possano portare a una catastrofe.
Il vertice nordico di Zelensky
Mentre il conflitto continua, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky si è recato a Stoccolma per un vertice con i Paesi nordici. Zelensky ha annunciato su Telegram che la giornata di incontri con i leader di Svezia, Finlandia, Danimarca, Norvegia e Islanda rafforzerà l’Ucraina attraverso il sostegno degli alleati e nuovi accordi di sicurezza.
La firma di tre accordi di sicurezza contemporaneamente dimostra l’impegno e la determinazione dell’Ucraina a difendersi.
L’Impegno dell’Italia e l’ammonimento di Orban
L’Italia, rappresentata dal vice premier e ministro degli Esteri Antonio Tajani, ha espresso la propria disponibilità a inviare ulteriori sistemi di difesa Samp/T all’Ucraina.
Tajani ha sottolineato l’importanza di utilizzare queste armi esclusivamente per la difesa interna e non per attaccare il territorio russo. Questo equilibrio delicato è fondamentale per evitare un’escalation del conflitto.
Il primo ministro ungherese Viktor Orban ha dichiarato che l’Europa è entrata in una fase intermedia dei preparativi per la guerra con la Russia.
Orban ha spiegato che il processo di entrare in guerra comprende tre fasi: discussione, preparazione e distruzione. Secondo lui, l’Europa sta terminando la fase di discussione ed è ormai nella fase di preparazione, a pochi centimetri dalla distruzione.
La voce del Vaticano: la guerra è follia
Quella del Vaticano è stata in questi mesi l’unica voce che si è alzata, a livello planetario, per scongiurare una follia atomica, ma è una voce debole e totalmente inascoltata.
In questo contesto di crescente tensione, l’unica voce contraria sembra essere quella del Vaticano.
Il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato, ha espresso preoccupazione per l’ipotesi di utilizzare armi Nato sul territorio russo. Parolin ha definito questa prospettiva “inquietante” e ha avvertito che potrebbe portare a un’escalation incontrollabile.
Durante la presentazione di un libro a Milano, Parolin ha ribadito l’impegno umanitario della Santa Sede per il rientro dei bambini ucraini e ha richiamato all’ordine e alla moderazione.
La guerra: distruzione e morte
La guerra è sinonimo di malvagità, distruzione, regresso, disperazione e morte. Ogni conflitto porta con sé un carico insopportabile di sofferenza e perdita.
In un mondo che ha già troppi problemi, aggiungere la minaccia di un conflitto nucleare sarebbe catastrofico.
Dobbiamo ascoltare le voci di saggezza e pace, come quella del Vaticano, e lavorare incessantemente per trovare soluzioni diplomatiche e umanitarie.
La pace non è un’utopia, ma una necessità urgente. Fermatevi! Vogliamo vivere in pace.
APPROFONDIMENTO / VOTO A RENDERE
Pubblichiamo a seguire l’editoriale del numero 17 del Pensiero Settimanale, dedicato alle Elezioni Europee.
Caro Lettore, Cara Lettrice, sono emozionato nel ritrovarti ancora una volta in queste pagine, a scorrere tra le righe, le fotografie ed i contenuti che ti proponiamo.
Come ben sai, il nostro diritto di voto è uno dei pilastri fondamentali della democrazia; eppure, negli ultimi anni, votare sembra aver perso il suo valore intrinseco, diventando una sorta di “cambio merce” tra cittadini e politici.
Questo fenomeno non è nuovo, ma oggi si manifesta in modo sempre più evidente, compromettendo la fiducia nella politica e nelle istituzioni.
Grandi gruppi di potere garantiscono alla politica un afflusso di elettori, chiedendo in cambio benefici e privilegi.
È un meccanismo che somiglia tristemente a quello adottato dalle mafie, che sono ormai una presenza consolidata anche in Europa.
Le infiltrazioni si fanno sempre più potenti, sostenute da un immenso giro di capitali illeciti da riciclare. Questi gruppi non solo influenzano l’economia, ma anche la politica, erodendo le fondamenta della nostra democrazia.
Ma tu, caro lettore, non devi arrenderti. Devi continuare a credere ed a lottare perché la politica possa tornare ad essere un’arte nobile, volta al bene comune e amministrata per il benessere di tutti.
È una sfida ardua, ma non impossibile. La politica può e deve riscoprire il suo sguardo alto, orientato verso il futuro, verso una società più giusta e inclusiva.
La corsa agli armamenti sarà, purtroppo, al centro anche di questa tornata elettorale europea.
Le tensioni internazionali e le nuove minacce globali spingono i governi a investire sempre di più in arsenali militari, piuttosto che in progetti di pace e sviluppo.
È un tema complesso, che merita una riflessione profonda. Dobbiamo essere consapevoli dei pericoli, ma anche delle opportunità che derivano dalla cooperazione internazionale e dal dialogo.
Il nostro ‘Pensiero Settimanale’ ha sempre cercato di dire le cose come stanno, senza filtri né compromessi.
Vogliamo continuare a farlo, anche per te, ma con uno sguardo di fiducia e speranza, specialmente rivolto ad ognuno dei tanti nostri giovani lettori.
Sappiamo che la nuova generazione è disaffezionata alla politica e al voto, delusi da un sistema che sembra non rappresentarli.
È comprensibile, ma è proprio a te che dobbiamo rivolgere il nostro messaggio di speranza. Il tuo voto conta. La tua voce è fondamentale per costruire una società migliore.
Non lasciarti scoraggiare dalle difficoltà e dalle delusioni.
Partecipa, informati, fai sentire la tua opinione. Solo così possiamo sperare in un futuro più luminoso e giusto.
Insieme possiamo fare la differenza. Insieme possiamo lavorare per una politica che torni ad essere di valore, ispirata da ideali nobili e orientata al bene comune.
Non smettere di sperare e di lottare per un mondo migliore. Con affetto, il tuo settimanale “Pensiero”.