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Cicalone e sicurezza: stato italiano dove sei?

SE CICALONE COMBATTE DA SOLO CONTRO I LADRI IN METRO

da Daniele Venturi
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Borseggiatori pericolosi. YouTube, Cicalone

Lo youtuber Simone Cicalone è diventato negli ultimi mesi una figura centrale nel dibattito sulla sicurezza nella metropolitana di Roma, attirando l’attenzione su un problema che da anni affligge i pendolari ed i turisti: i borseggiatori.

Cicalone, con i suoi video in cui documenta e affronta i ladri in azione, è riuscito a scuotere l’opinione pubblica ed a spingere le autorità a prendere provvedimenti.

Ma la sua attività solleva una domanda cruciale: perché un cittadino privato deve farsi carico di un problema che dovrebbe essere affrontato dallo Stato?

Negli ultimi anni, il problema dei borseggiatori nella metropolitana di Roma è cresciuto in modo esponenziale, con bande organizzate, spesso composte da individui di origine straniera, che agiscono con sempre maggiore audacia.

Questo fenomeno non solo mina la sicurezza percepita dai cittadini, ma mette anche a rischio l’immagine della città, soprattutto in vista di eventi di portata internazionale come il Giubileo del 2025.

In risposta a queste crescenti preoccupazioni, il Ministero dell’Interno ha recentemente istituito la “Polmetro”, una sezione speciale della polizia dedicata alla sorveglianza delle linee metropolitane, con particolare attenzione alle città di Roma, Milano e Napoli.

Questa unità dovrebbe intervenire contro i borseggiatori, che ormai imperversano nei trasporti pubblici, in parte grazie anche all’allarme lanciato dai video di Cicalone.

Cicalone è un ex pugile e bodybuilder che ha deciso di utilizzare la sua popolarità sui social per affrontare direttamente i borseggiatori, filmando i loro crimini e condividendo le sue avventure online.

Questo approccio ha suscitato reazioni contrastanti. Da un lato, molti cittadini romani lo vedono come un eroe moderno, un vigilante che fa quello che lo Stato non riesce a fare.

Dall’altro lato, c’è chi critica il suo metodo, considerandolo pericoloso e potenzialmente dannoso sia per lui che per le persone che cerca di proteggere.

L’episodio più eclatante è stato quello in cui è stato aggredito da una gang di borseggiatori mentre cercava di filmare un loro tentativo di furto.

Questo incidente ha sollevato ulteriori interrogativi sull’efficacia e la sicurezza di tali interventi da parte di civili non addestrati.

Lo Stato italiano, attraverso le istituzioni preposte, ha reagito alle crescenti denunce, ma solo dopo che il problema è diventato innegabile grazie alla copertura mediatica e alla pressione pubblica generata da figure come Cicalone.

La risposta delle autorità è arrivata in ritardo e, secondo molti, è stata insufficiente. L’istituzione della Polmetro rappresenta un passo avanti, ma resta da vedere se sarà in grado di fronteggiare in modo efficace un problema che si è radicato nel tessuto urbano della capitale. 

Il dibattito su questo tema si inserisce in una discussione più ampia sulla sicurezza nelle città italiane e sul ruolo dello Stato nella protezione dei cittadini.

Se da un lato la presenza di una figura come Cicalone può contribuire a migliorare la sicurezza locale, dall’altro è inquietante pensare che un cittadino debba prendere l’iniziativa per risolvere problemi che dovrebbero essere di competenza esclusiva delle forze dell’ordine.

Questo fenomeno può essere visto come un sintomo di una più ampia crisi di fiducia nei confronti delle istituzioni, che vengono percepite come incapaci di rispondere in modo adeguato ai bisogni della popolazione.

La questione rimane aperta: cosa accadrà in futuro?

Sarà la Polmetro in grado di arginare il problema, o vedremo altri cittadini seguire l’esempio di Cicalone, trasformandosi in vigilanti moderni? 

Un video dal canale YouTube di Cicalone

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