“Non credo che lo sciamano, per quel che ho letto, sia molto interessato a definire il suo ruolo nella società. Gli importa essenzialmente seguire le proprie fantasie.” (Jim Morrison)
Ogni tanto, la saggezza di antiche culture può illuminare il nostro cammino e aiutarci a comprendere meglio la vita e le relazioni: sempre che si segua l’origine della pratica, e non si confonda con stregonerie e diavolerie varie che l’hanno modernizzata.
Le quattro leggi di un antica pratica
Lo Sciamanesimo è la più antica pratica di benessere al mondo e risale ad oltre 30.000 anni fa, il che significa che è nata prima delle religioni ed ancora prima delle scienze.
Una forma di ritualità quindi, che coinvolge la comunicazione con gli spiriti, il viaggio nell’aldilà ed il recupero di informazioni o guarigioni per sé o per gli altri.
Attenzione però: come qualsiasi sistema di credenze o pratica spirituale, lo sciamanesimo può presentare alcune problematiche.
In primo luogo, la mancanza di una struttura organizzata e regolamentata può portare a pratiche sciamaniche non autentiche o a individui che si auto-proclamano sciamani senza una formazione adeguata.
Questo può mettere a rischio la sicurezza delle persone coinvolte, poiché praticanti non qualificati potrebbero non essere in grado di gestire correttamente situazioni delicate o pericolose.
Inoltre, alcune pratiche sciamaniche coinvolgono l’uso di sostanze psicoattive, come l’ayahuasca o i funghi allucinogeni.
Queste sostanze possono avere effetti imprevedibili sulla salute mentale e fisica delle persone e dovrebbero essere utilizzate solo sotto la supervisione di un professionista esperto.
L’abuso di queste sostanze può causare danni gravi. Quindi attenzione massima nella pratica, passare da una soluzione potenziale, ad un problema ancora più grave, è un attimo.
Le Quattro Leggi di Uno Sciamano sono comunque per molti, uno di quei doni di saggezza che ci offrono una prospettiva profonda sulla realtà. Ecco una riflessione su ognuna di queste leggi.
La prima legge: “La persona che entra nella nostra vita è la persona giusta.”
Questa legge ci ricorda che le persone non entrano casualmente nella nostra vita. Ogni individuo, sia che porti gioia o sfide, è lì per una ragione.
Ogni incontro e ogni relazione ci offre opportunità di apprendimento e crescita. Questa legge ci incoraggia a essere aperti all’apprendimento da ogni interazione.
La seconda legge: “Quello che succede è l’unica cosa che sarebbe potuta accadere.”
Questa legge ci spinge a guardare al passato con chiarezza. Nulla di ciò che è accaduto poteva essere diverso. Ogni situazione, anche le più difficili, è stata necessaria per insegnarci qualcosa.
Accettare questa legge ci aiuta a superare la resistenza e ad abbracciare la realtà.
La terza legge: “Ogni volta che inizia è il momento giusto.”
Questa legge parla del timing perfetto delle cose. Tutto nella vita inizia quando siamo pronti. Non c’è fretta. Quando siamo veramente preparati per l’inizio di qualcosa di nuovo, quel momento arriverà in modo naturale.
Questa legge ci insegna ad avere pazienza e fiducia nei tempi della vita.
La quarta legge: “Quando qualcosa finisce, finisce.”
Questa legge è un richiamo a lasciare andare. Se qualcosa è terminata nella nostra vita, è perché era necessario per il nostro sviluppo.
Non dobbiamo trattenere ciò che è giunto alla sua conclusione. Accettare il fine di una situazione o relazione ci libera per abbracciare il nuovo.
In definitiva, queste Quattro Leggi ci invitano a guardare alla vita con accettazione, gratitudine e fiducia. Ogni incontro, ogni esperienza, ha un significato nella nostra evoluzione.
Quando abbracciamo queste leggi, possiamo navigare con saggezza il flusso della vita e delle relazioni, ma occhio a non cadere nelle ‘attualizzazioni moderne’ dove è facile incontrare pratiche di spiritismo ed evocazioni ‘multiverso’ che poco hanno a che fare con il benessere, e che anzi – purtroppo spesso – portano, come già specificato, più problemi che soluzioni.
Che sia ancora più utile un vecchio e caro ‘Padre Nostro?’.