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Un anno indimenticabile: trionfi, cadute e rinascite

da Jacopo Coscarella
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Si è chiuso un anno lungo, intenso, con tante certezze che hanno lasciato comunque spazio a qualche sorpresa. 365 giorni da raccontare in poche righe, evidenziando dieci squadre, competizioni, vicende e uomini che hanno segnato i 12 mesi appena trascorsi.


Coppa d’Africa

Un’edizione destinata a restare negli annali quella di gennaio 2024, rinviata di qualche mese dopo l’iniziale decisione di disputarla durante l’estate 2023. Il Torneo continentale, svoltosi interamente in Costa d’Avorio, ha visto trionfare i padroni di casa in una delle edizioni più rocambolesche del torneo. La prima vittoria ai gironi contro la Guinea Bissau non ha trovato seguito nella sconfitta contro la Nigeria e in quella inaccettabile, con quattro reti di scarto, per merito della Guinea Equatoriale. Terzo posto in classifica ed eliminazione quasi scontata. Così scontata che la federazione esonera il tecnico Jean-Louis Gasset, ormai pensando che non ci sia più nulla da fare. E invece la Costa d’Avorio rientra tra le quattro migliori terze, sfruttando i passi falsi di Zambia e Ghana. Da quel momento Emerse Faè, neo allenatore degli ivoriani e in precedenza vice di Gasset, batte Senegal e Mali, rispettivamente ai rigori e dopo i tempi supplementari, supera la Repubblica Democratica del Congo in semifinale e conclude un mese di fuoco ribaltando la Nigeria in finale regalando agli elefanti il terzo trofeo della loro storia.


Bayer Leverkusen

Il vero miracolo annuale ce lo hanno regalato loro. Perché interrompere il dominio bavarese era un’impresa che nell’ultimo decennio non era riuscita neanche a Borussia Dortmund e Lipsia. Ce l’ha fatta il “Neverkusen”, storica perdente del calcio tedesco nota per essere di proprietà della Bayer e per essere riuscita a mandare in fumo, ormai oltre vent’anni fa, una stagione nella quale andò ad un passo da uno storico triplete. Serviva Xabi Alonso per spezzare la maledizione e per portare in città un trofeo dopo 30 anni dall’ultima volta. La classe di Wirtz, gli assist di Grimaldo, i gol di Boniface e il lavoro di Palacios e Xhaka hanno messo in luce un undici che applica dettami tattici di qualità e che dovrà provare a ripetere l’impresa in questo 2025.


Atalanta

Seguono il Bayer solo per puro ordine cronologico, ma la finale di Dublino ha messo in chiaro le gerarchie. Vietato chiamarla sorpresa, i risultati sono il frutto di un lavoro più che decennale ad opera di Percassi e Gasperini, che hanno regalato a Bergamo una squadra meravigliosa. La finale di Europa League è la ciliegina sulla torta del progetto nerazzurro e una dimostrazione per i pochi che avevano dubbi sul Gasp dopo le finali perse. La Supercoppa Europea persa non rovina un’ottima Champions e un inizio di campionato, fin qui, stellare.


Euro 2024

Il percorso delle furie rosse di Lamine Yamal, classe 2007, è stato da film. I padroni di casa della Germania, la Francia e l’Inghilterra in finale, tre corazzate battute tutte con il risultato di 2-1. Fa ancora discutere il mancato rigore per fallo di mano di Cucurella, macchia sull’ultima partita della leggendaria carriera di Toni Kroos. Grande assente la nostra Italia. Quasi tutti sul banco degli imputati, con i soli Donnarumma, Calafiori e Zaccagni a salvarsi tra gli azzurri della spedizione tedesca. Menzione d’onore per la piccola Georgia, capace di battere il Portogallo di Cristiano Ronaldo alla prima partecipazione ad un Europeo della loro storia.


Copa America

Da un continente all’altro ma stesso emisfero, con la massima competizione sudamericana giocata in un paese Concacaf, gli Stati Uniti d’America. Diverso continente, stesso risultato per l’Argentina che aggiunge al proprio palmares il sedicesimo titolo continentale. Punteggio pieno ai gironi per la nazionale di Lionel Messi che ha potuto contare su uno straordinario Lautaro Martinez, capace di andare a segno in ogni partita del torneo, fatta eccezione per la semifinale contro il Canada. Delusione verdeoro, usciti ai quarti contro l’Uruguay dopo i calci di rigore.


Vinicius-Rodri

Nell’anno del definitivo addio alle ambizioni di Messi e Ronaldo di mettere le mani sull’ennesimo trofeo individuale di France Football, a far discutere ci ha pensato l’insolito dualismo tra l’ala brasiliana e il mediano spagnolo. L’assegnazione del premio a Rodri ha portato il Pallone d’oro ad essere consegnato ad un calciatore prettamente difensivo per la prima volta dopo il 2006, anno del trionfo di Cannavaro. La delusione di Vinicius, a detta di molti il grande favorito alla vittoria finale, ha rafforzato a detta sua il campione brasiliano, chiamato quest’anno a farsi valere pur coesistendo con Kylian Mbappé. 


Crisi Manchester

City, United, non importa quale. Le due metà di Manchester stanno attraversando il loro peggior periodo da molti anni a questa parte. Da una parte il City di Guardiola, alle prese con infortuni, con risultati scadenti e con l’ombra delle sanzioni per non aver rispettato il Fair Play Finanziario. Dall’altra i Red Devils, sull’orlo di una crisi senza precedenti anche con il cambio di guida tecnica. Le parole di Ruben Amorim, che parla di una possibile retrocessione, non fanno altro che peggiorare la situazione della più titolata squadra d’Inghilterra.


Gli addii di Sarri e Mourinho

Gli addii dei due allenatori hanno portato venti di rivoluzione nella capitale, con 7 allenatori alla guida delle due compagini romane nell’arco di 365 giorni. Una caratteristica comune, l’addio dei senatori. A giugno per la Lazio, con le cessioni di Immobile, Luis Alberto e Felipe Anderson, con ogni probabilità in questo gennaio o al massimo a giugno per la Roma. La consapevolezza di potercela fare, a costo di ridimensionare la rosa sulla carta, arriva per i giallorossi dall’altra parte del Tevere a patto che alla base, questa volta, ci sia un progetto serio.


Gli arrivi di Conte e Motta

Tanto diversi sul campo e davanti alle telecamere, eppure ai due tecnici spetta il compito di risollevare partenopei e torinesi da stagioni complicate. Bene fino ad adesso il tecnico pugliese che da qui a fine anno giocherà una sola competizione e che può puntare a qualcosa in più di una semplice qualificazione in Champions, visti gli impegni continentali delle competitor. Rivedibile invece il percorso dell’italo-brasiliano, chiamato a raccogliere l’eredità allegriana dopo tre anni in cui è arrivata solo una Coppa Italia. L’ondata di infortuni rappresenta un alibi, ma l’ex Inter e Genoa è chiamato a cambiare rotta per centrare almeno la qualificazione alla massima competizione europea.


L’addio di Fonseca e la seconda stella nerazzurra

Non arriva come un fulmine a ciel sereno, ma è evidente a tutti come il tecnico lusitano paghi per colpe principalmente non sue. Una rivoluzione societaria, iniziata con l’addio di Paolo Maldini, che ha sconvolto l’ambiente rossonero portandolo dalla vetta della classifica agli ultimi posti europei disponibili. La scelta di Conceicao cambierà qualcosa, almeno sotto il punto di vista del gioco, ma il fatto che l’ex Inter e Lazio fosse libero già quest’estate lo rende a tutti gli effetti una seconda scelta. Situazione totalmente opposta nella Milano nerazzurra, con la seconda stella cucita sul petto di Lautaro e compagni al termine del derby di aprile. Il prossimo grande obiettivo per la banda di Inzaghi, oltre a confermarsi in Italia, è ritornare in finale di Champions, lì dove solo un gol di Rodri aveva spezzato il sogno qualche anno fa.

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