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Quello che Francesco non ha detto

da Elena Tasso
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È appena trascorso il Giubileo del Mondo della Comunicazione. Cosa rimane? Il Papa che alle ore 12, durante l’incontro con i giornalisti di sabato 25 gennaio, ha lo stomaco che ‘si muove’ e genuinamente lo dice? È vero, concreto, breve. È l’umanità di un uomo in carne e ossa con la fame che parla senza mezze misure. Ha fame di autentica comunicazione. Esternare noi stessi agli altri ed essere veri, coerenti con quello che diciamo e facciamo è di vitale importanza. Comunicare è rapportarsi con l’altro, ascoltare le sue necessità con rispetto, è abbracciare la persona, toccare la mano, guardarsi negli occhi. Con la presenza dei rappresentanti mediatici di 138 paesi, Papa Francesco ha dialogato a tu per tu, sottolineando l’importanza di essere veri. Aveva anche un discorso che ha consegnato per essere divulgato in separata sede (sui media vaticani ndr).  


Il discorso di Papa Francesco

“’Il Giubileo si celebra in un momento difficile della storia dell’umanità, con il mondo ancora ferito da guerre e violenze… grazie a tutti gli operatori della comunicazione che mettono a rischio la propria vita per cercare la verità e raccontare gli orrori della guerra… anche tutti coloro che sono imprigionati soltanto per essere stati fedeli alla professione di giornalista, fotografo, video operatore. Sono tanti!”. Secondo Reporter Senza Frontiere, di fine 2024, sono più di 500. ‘chiedo a chi ha potere di farlo che vengano liberati tutti i giornalisti ingiustamente incarcerati…’  

‘Chiedo che sia difesa e salvaguardata la libertà di stampa e di manifestazione del pensiero insieme al diritto fondamentale ad essere informati. Un’informazione libera, responsabile e corretta è un patrimonio di conoscenza, di esperienza e di virtù che va custodito e va promosso. Senza questo, rischiamo di non distinguere più la verità dalla menzogna; senza questo, ci esponiamo a crescenti pregiudizi e polarizzazioni che distruggono i legami di convivenza civile e impediscono di ricostruire la fraternità. 

Quella del giornalista è più che una professione. È una vocazione ed una missione. Voi comunicatori avete un ruolo fondamentale per la società oggi, nel raccontare i fatti e nel modo in cui li raccontate. Lo sappiamo: il linguaggio, l’atteggiamento, i toni, possono essere determinanti e fare la differenza tra una comunicazione che riaccende la speranza, crea ponti, apre porte, e una comunicazione che invece accresce le divisioni, le polarizzazioni, le semplificazioni della realtà. La vostra è una responsabilità peculiare. I vostri strumenti di lavoro sono le parole e le immagini. Ma prima di esse lo studio e la riflessione, la capacità di vedere e di ascoltare; di mettervi dalla parte di chi è emarginato, di chi non è visto né ascoltato e anche di far rinascere – nel cuore di chi vi legge, vi ascolta, vi guarda – il senso del bene e del male…’ 


Il Vescovo di Roma mette in evidenza il coraggio per avviare il cambiamento che la storia ci chiede, il cambiamento necessario per superare la menzogna e l’odio 

‘È vero, per avviare i cambiamenti ci vuole coraggio. Si tratta di quella spinta interiore, di quella forza che nasce dal cuore che ci abilita ad affrontare le difficoltà e le sfide senza farci sopraffare dalla paura, ascoltare con il cuore, parlare con il cuore, custodire la sapienza del cuore, condividere la speranza del cuore.’ Un altro suo appello è: ‘La libertà è il coraggio di scegliere, di liberare il cuore da ciò che lo corrompe. Nell’intervento Papa Francesco sottolinea che “le scelte di ognuno di noi contano ad esempio per espellere quella putrefazione cerebrale causata dalla dipendenza dal continuo scrolling, “scorrimento”, sui social media, definita dal Dizionario di Oxford come parola dell’anno. Dove trovare la cura per questa malattia se non nel lavorare, tutti insieme, alla formazione, soprattutto dei giovani?

Abbiamo bisogno di un’alfabetizzazione mediatica, per educarci ed educare al pensiero critico, alla pazienza del discernimento necessario alla conoscenza; e per promuovere la crescita personale e la partecipazione attiva di ognuno al futuro delle proprie comunità. Abbiamo bisogno di imprenditori coraggiosi, di ingegneri informatici coraggiosi, perché non sia corrotta la bellezza della comunicazione. I grandi cambiamenti non possono essere il risultato di una moltitudine di menti addormentate, ma prendono inizio piuttosto dalla comunione dei cuori illuminati.’

Francesco poi sottolinea: ‘Pensate a quanta forza di cambiamento si nasconde potenzialmente nel vostro lavoro ogni volta che mettete in contatto realtà che si contrappongono!’ Altro tema del ‘potere trasformativo della narrazione, del racconto e dell’ascolto delle storie. Raccontare una storia corrisponde all’invito a fare un’esperienza.’ Stimola ad andare e vedere, essere testimoni. ‘Le storie rivelano il nostro essere parte di un tessuto vivo; l’intreccio dei fili coi quali siamo collegati gli uni agli altri.’

Altro appello al mondo intero dal numero uno della Chiesa Cattolica: – ‘raccontate anche storie di speranza, storie che nutrono la vita. 


Il vostro storytelling sia anche hopetelling 

Quando raccontate il male, lasciate spazio alla possibilità di ricucire ciò che è strappato, al dinamismo di bene che può riparare ciò che è rotto. Seminate interrogativi. Raccontare la speranza significa vedere le briciole di bene nascoste anche quando tutto sembra perduto, significa permettere di sperare anche contro ogni speranza… avere uno sguardo che trasforma le cose, le fa diventare ciò che potrebbero, che dovrebbero essere. Ed è questo che vi incoraggio a fare: raccontare la speranza, condividerla.’  Hopetelling, che bella parola! Come recitano le campagne di comunicazione del Pensiero Settimanale: ‘Tutto il resto è davvero noia!’ 


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4 commenti

Daniela Febbraio 2, 2025 - 8:10 pm

Come sempre condivido, il pensiero di Elena Tasso attenta a sensibilizzare l’attenzione a chi è coinvolto nella divulgazione dell’informazione a farlo spinto da un etica sociale. Grazie

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Elisabetta Pronti Febbraio 3, 2025 - 11:14 am

Salve.. sono Elisabetta, massima condivisione per cio’ che Elena Tasdo scrive nei suoi articoli. In quest’ ultimo sono d’accordo sull’ importanza della veridicita’ dei giornalisti, che rischiano la loro vita, ma anche la necessita’ urgente di salvaguardare la loro liberta’ a 360 gradi

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Giusy Scandurra Febbraio 3, 2025 - 5:54 pm

La verità è fondamentale per testimoniare Cristo.Prima nella propria vita ,poi per gli altri come testimonianza.Anche se,a volte,avremo la persecuzione dicendola.

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Salvatore Sordi Febbraio 3, 2025 - 7:00 pm

Più me lo ripropongo in me e più ne ritorno convinto.
Non viviamo un’attualità, relativamente assai decadente: è l’informazione che, essendosi globalizzata grazie ad internet, evidenzia svariati fatti di cronaca, mettendoli in rilievo sotto una lente mondiale.
Ora il discorso si fa lungo…
Però a livello “matematico” emerge un sintomo comune.
Dei fattacci, misfatti sociali, impeti bellici e priorati economici, se ne fa ovunque ampio cenno. Forse, sempre esistiti ma mai additati con la corrente sintassi.
Ecco: noto l’angosciante assenza di validi ideali di rivalsa umana. Poca fede, armonia, cultura, fraternità, lavoro sociale, filantropia.
Magari tra i giornalisti anche caduti per causa di servizio, ma oltre le parole, solo qualche mezzo cenno di sopravvivenza.
Come dire: tanta tecnologia per nulla!
È proprio ciò il quale va, dalla resa oggettiva all’ignoranza innata, che inonda di tenebre una brevità così creata sotto il sole della vita. Non è bene! 🌍🌝

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