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Italia in orbita. Sfida spaziale o esibizionismo?

LANCIO DI PATHFINDER E FUTURO DELLE MISSIONI NEL COSMO

da Daniele Venturi
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Il giorno 15 gennaio 2025 ha segnato una data storica per l’Italia. Con il lancio del satellite Pathfinder, il primo della costellazione Iride, il nostro paese si afferma come protagonista nello scenario spaziale globale. Il satellite, parte del programma di osservazione della Terra finanziato dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), è stato rilasciato con successo in orbita da un razzo Falcon 9 di SpaceX dalla base di Vandenberg, in California. ‘In occasione del 48esimo compleanno della premier Meloni? Sì, per analogia di data, ma solo una casualità’ – diranno i migliori ed accaniti lettori che ci seguono. 

Una missione che rappresenta non solo un successo tecnico, ma anche una pietra miliare per il ruolo dell’Italia nel mondo. Essa testimonia la capacità di guardare oltre i confini terrestri, trasformando il nostro paese in un punto di riferimento per l’innovazione, la scienza e la collaborazione internazionale. Il massimo della libidine civica: basta ‘giostrare armi’ nei territori di guerra ed incanalarsi con tutti gli sforzi possibili, pratici ed economici, nella sfida verso i mondi infiniti che ancora non conosciamo! 

Iride

Il progetto Iride, promosso dal governo italiano e sostenuto dall’Agenzia Spaziale Italiana (ASI), rappresenta uno dei più ambiziosi programmi europei di osservazione della Terra. La costellazione, che includerà 24 satelliti entro il 2026, avrà l’obiettivo di monitorare il pianeta, garantendo dati cruciali per la gestione delle emergenze ambientali, la sicurezza alimentare e la lotta ai cambiamenti climatici. Pathfinder, il microsatellite lanciato oggi, ha un peso di 65 chilogrammi ed è stato progettato per raccogliere immagini ad alta risoluzione. Questa tecnologia consentirà di rilevare in tempo reale fenomeni come incendi, inondazioni e movimenti del terreno, rafforzando la prevenzione e la gestione delle crisi naturali.


Italia che innova, uguale a Italia che cresce

Questo traguardo non sarebbe stato possibile senza il contributo delle aziende italiane, che hanno dimostrato una capacità straordinaria di innovazione. Argotec, la società responsabile della progettazione e costruzione del satellite, rappresenta un esempio dell’eccellenza italiana nel settore aerospaziale. Non è un caso che l’Italia sia il terzo contributore dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA), con un ruolo crescente nella progettazione di sistemi satellitari e missioni scientifiche. Grazie ad una visione strategica e ad investimenti mirati, il nostro paese ha saputo coniugare tradizione e modernità, trasformando un settore di nicchia in un pilastro dell’economia nazionale. Non illudiamoci: lo spazio diventa una risorsa strategica non solo per la ricerca, ma anche per la sicurezza e l’economia. Le tecnologie satellitari giocano un ruolo cruciale nella raccolta di dati ambientali, nella comunicazione e nella navigazione globale.

Per l’Italia, l’investimento nello spazio non è solo una scelta tecnologica, ma anche una dichiarazione di intenti. Significa assumersi la responsabilità di contribuire ad un futuro sostenibile, offrendo strumenti per affrontare le grandi sfide del nostro tempo. Nei prossimi anni, il programma Iride si espanderà, con il lancio di nuovi satelliti che rafforzeranno le capacità di osservazione ed analisi. Questo progetto, però, è solo una parte di un panorama più ampio. L’Italia sta lavorando su una serie di iniziative spaziali, tra cui la partecipazione a missioni lunari e la collaborazione internazionale per l’esplorazione di Marte. La sfida è quella di integrare tecnologie avanzate con una visione etica e sostenibile dello sviluppo. L’obiettivo non è solo quello di conquistare lo spazio, ma di utilizzarlo come piattaforma per migliorare la vita sulla Terra.

Space Economy: un pilastro per lo sviluppo italiano

Nel periodo 2025-2030, l’Italia prevede di intensificare gli investimenti nel settore spaziale, riconoscendo l’importanza strategica della Space Economy per lo sviluppo economico e tecnologico del Paese. Attualmente, l’industria spaziale italiana coinvolge oltre 400 imprese, tra cui il 66% sono piccole e medie imprese (PMI) e il 27% startup, generando un fatturato di circa 3 miliardi di euro. Per rafforzare ulteriormente questo settore, il governo ha delineato una strategia che prevede investimenti complessivi fino a 7,5 miliardi di euro entro il 2027, destinati a programmi spaziali nazionali e alla partecipazione ad iniziative internazionali. Numeri importanti, che si potrebbero incrementare tagliando fondi alla corsa agli armamenti.


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