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Inaugurato il nuovo strumento UE per “allineare” la Moldavia

RIVOLTA IN COMMISSIONE UE: "SAPEVAMO C'ENTRASSE USAID"

da David De Paolis
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Tra Ucraina e Romania, due Stati cuscinetto chiave tra il mondo occidentale e la Russia, un altro popolo può vantare un cruciale ruolo nella cortina di ferro. La Moldavia, a differenza della Romania, non è (ancora) nell’Unione Europea, così come non lo è l’Ucraina. Ma dal marzo 2022 i moldavi hanno deciso di candidarsi. E da lì è iniziato il riconoscimento da parte delle autorità europee. Tuttavia, le relazioni UE-Moldova originano molto tempo addietro.
L’Europa infatti prepara dal lontano 2014 la cosiddetta “convergenza socioeconomica“. Da quel momento in poi, al Paese sono stati destinati ben 1,6 miliardi di euro in finanziamenti. A quale scopo? Una recente riunione congiunta tra due Commissioni dell’Unione Europea ci aiuta a capire di che tipo di “convergenza” stiamo parlando.

Ormai da fine 2024, le autorità europee hanno iniziato a ragionare su uno “strumento per la riforma e la crescita per la Moldova“, su cui si è basata la riunione del 6 marzo tra la Commissione Affari Esteri e la Commissione sui Budget.
L’obiettivo? Accompagnare la Moldova nel cammino per diventare il perfetto prototipo di Stato UE. E dunque si presenta un via vai di documenti pregni di “impegno per il clima”, per il gender, l’economia sostenibile, l’immancabile “competitività” e la resilienza. Il tutto a suon dei soliti paroloni catalizzatori di validazione, come “sfide” e “ambizioni”, dove per questi termini si intendono in realtà ingenti finanziamenti.

Per “europeizzare” la Moldavia, l’UE ha pensato di stanziare 1,9 miliardi circa, di cui 420 milioni non sono rimborsabili.
Vediamo nello specifico gli obiettivi dichiarati.


Gli obiettivi dello strumento

Data la guerra tra Russia e Ucraina, l’Europa scrive nel documento dello strumento che “Il percorso della Moldova verso l’UE deve essere saldamente ancorato a progressi tangibili e concreti in materia di riforme”, e deve soprattutto “dare prova di un impegno credibile a favore dei valori europei, anche allineandosi alla politica estera e di sicurezza comune dell’Unione”.

Nella sezione “Obiettivi” dello strumento troviamo: “Sostenere il processo di allargamento accelerando l’allineamento ai valori, alle disposizioni legislative, alle regole, alle norme, alle politiche e alle prassi dell’Unione”; “rafforzare ulteriormente gli elementi fondamentali del processo di allargamento, compresi lo Stato di diritto e i diritti fondamentali, il funzionamento delle istituzioni democratiche, anche in termini di depolarizzazione…contrastare la manipolazione delle informazioni e le ingerenze da parte di attori stranieri nei confronti dell’Unione e dei suoi valori”.

Su quest’ultimo punto l’Unione ci tiene particolarmente a fare chiarezza, date le accuse di sospette “ingerenze russe” nelle ultime elezioni moldave dove Maia Sandu ha trionfato per un pelo contro l’avversario euro-scettico.

Se vi state chiedendo dove sia il problema, alcuni deputati presenti alla suddetta riunione tra Commissioni hanno reso più chiaro perché questo strumento sia stato approvato, anche al Parlamento, proprio adesso.


Il vuoto lasciato da USAID

Trump è stato così gentile da sospendere USAID in Moldavia” – dice il polacco Janusz Lewandowski – sminuendolo come propaganda di sinistra“. Ora, se ricordate di USAID se ne era parlato anche qui sul Pensiero.
Ricapitolando in breve, l’Agenzia degli Stati Uniti per lo sviluppo internazionale (USAID), nata nel ’61 nell’ambito della dottrina Truman (anti-sovietica), è stata qualche mese fa rimessa in discussione da Donald Trump e dal DOGE, che stanno lavorando per tagliare gran parte dei fondi. Questo perché dalle carte emerse, sembra che USAID spendesse milioni e milioni in finanziamenti destinati a giornali e giornalisti di tutto il mondo con lo scopo di fare pressione su certi governi e su altri no. Come? Pubblicando grandi scoop su alcuni Paesi e su altri molto meno (in questo caso gli USA stessi).

Così, USAID è diventata negli anni molto più di una semplice agenzia di aiuti, arrivando a obiettivi come “active social engineering defense” e di “large scale social deception”, cioè “inganno sociale su larga scala”. Così risulta in un contratto stipulato tra Darpa e Reuters.

Ritorniamo dunque alla Commissione. “Lo strumento è essenziale in quanto in prima linea con la guerra ibrida con la Russia e per costruire la società civile“, continua Lewandowski. “C’è un vuoto prima delle elezioni. Dovremmo colmare il divario proprio ora“, dice riferendosi proprio al “gap” lasciato dalla cancellazione dei fondi USAID da parte del POTUS.

E’ così che vari deputati insospettiti prendono la parola. Angéline Furet, dei Patrioti, tuona: “Mentre i nostri concittadini soffrono per l’inflazione e la crisi energetica, l’UE fa il mecenate con fondi che dovrebbero essere utilizzati per rafforzare i programmi che rientrano nelle sue esclusive competenze, e non per finanziare riforme aleatorie all’Est. Peggio, questo testo impone alla Moldavia un allineamento ideologico. Un ricatto inaccettabile alla sovranità delle nazioni“. A questo punto David McCallister, presidente della Commissione Affari Esteri, commenta contrariato: “Ci sono enormi preoccupazioni per il congelamento del sostegno USAID. Dobbiamo trovare soluzioni creative per rafforzare la resilienza“.

La precisazione del presidente innesca una serie di interventi contrari, tra cui quello dello spagnolo di VOX Hermann Tertsch: “Eravamo tutti sospettosi che ora sarà l’UE a tappare i buchi lasciati dallo scandalo USAID. Mi dispiace, ma è allarmante“.

Lo strumento è confermato, dopo il voto favorevole dell’Europarlamento. Parte però accompagnato dalle critiche che denunciano l’espandersi di una nuova USAID europea, di cui si è parlato recentemente anche in un report di Thomas Fazi, giornalista indipendente. Il rapporto “La macchina della propaganda europea” sembra ricalcare l’Agenzia statunitense in un’operazione definita “propaganda per procura”, dove la Commissione UE tende a spendere ingenti somme per promuovere i “valori europei” tramite un sistema di ONG, il cui obiettivo sarebbe quello di far espandere il verbo del “più Europa”.


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