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Decine di telecamere ‘puntate’ verso una finestra, ma non è l’appartamento pontificio in Vaticano. Un’eco che arriva da lontano, la scena del Giubileo del 2000 si ripete: un Pontefice sofferente, un Giubileo in corso, il mondo che osserva con rispetto e attesa. Papa Francesco, ricoverato al Policlinico Gemelli per un’infezione polimicrobica delle vie respiratorie, ha una polmonite bilaterale che lo tiene lontano dalla sua sede e dalle folle. “‘Il suo cuore regge molto bene” – dicono fonti vaticane.
Il Giubileo della Speranza prosegue il suo cammino
La storia ci insegna come un Giubileo non sia solo un evento liturgico, ma una narrazione viva, che si intreccia con la vita della Chiesa e dei suoi protagonisti. Nel 2000, Giovanni Paolo II affrontò l’Anno Santo con il corpo segnato dalla malattia, facendo della sua sofferenza un simbolo di fede, una croce visibile che commosse milioni di fedeli. Oggi, mentre Francesco si trova in ospedale – alternando momenti di preghiera a lettura di quotidiani e testi e ringraziando per i numerosi messaggi ricevuti – il Giubileo 2025 entra nel vivo.
L’Anno Santo non è un semplice evento di pochi giorni, ma un pellegrinaggio che dura dodici mesi, scandito da tappe fondamentali per ogni categoria di fedeli. È un viaggio che unisce città e nazioni, chiama milioni di pellegrini a Roma e disegna, passo dopo passo, un percorso di conversione e rinnovamento interiore.
Dall’apertura della Porta Santa il calendario degli eventi è sempre più fitto. Anche con l’assenza fisica temporanea del Pontefice migliaia di iniziative spirituali, sociali e culturali continuano a coinvolgere fedeli e non credenti. Cardinali e vescovi, nominati, portano avanti le celebrazioni.
Tra i grandi eventi previsti: Giubileo dei Diaconi, 21 – 23 Febbraio, il Papa ha delegato S.E. Mons. Rino Fisichella a presiedere la celebrazione della Santa Messa alle ore 9.00; Giubileo del Mondo del Volontariato 8 – 9 marzo; Giubileo degli Ammalati e del Mondo della Sanità 5 – 6 aprile. Aeroporti di Roma, società del Gruppo Mundys, è partner ufficiale. Le strade di Roma continuano a riempirsi di pellegrini, le comunità si preparano ad accoglierli, i programmi vanno avanti.
Giovanni Paolo II e Francesco: due papi, una sola testimonianza
Il ricovero di Papa Francesco ha acceso interrogativi sullo svolgimento, ma il Giubileo non si ferma, la storia lo ha dimostrato. È un appuntamento per milioni di persone alla ricerca di un senso più profondo, la speranza di un cammino condiviso, il desiderio di pace e riconciliazione. Anche senza la sua presenza fisica in Vaticano, Papa Francesco segue aggiornato quotidianamente sugli eventi e sulle celebrazioni in corso. Quando tornerà lo svolgimento del Giubileo sarà ancora lì ad aspettarlo, come la fede che resiste, come il pellegrinaggio che continua. Con lo sguardo rivolto a un Papa ricoverato durante un Giubileo ci ritorna in mente quello del 2000.
Giovanni Paolo II lo visse con il corpo ormai provato dalla malattia, ma nella fragilità riuscì a mostrare al mondo il volto più autentico della fede. Le immagini del Papa polacco, di 80 anni, tremante, con la voce affaticata e lo sguardo fiero, restano impresse nella memoria collettiva. Rese la sofferenza il cuore pulsante del Giubileo. Oggi Papa Francesco, di 88 anni, si trova di fronte a una sfida diversa, ma ha un messaggio simile: la fragilità non è una debolezza, ma un’opportunità per mostrare che la fede resiste anche nei momenti di prova.
La forza della fede oltre la malattia e le difficoltà
Se Giovanni Paolo II insegnò che si può portare avanti una missione anche quando il corpo vacilla, Papa Francesco ci sta mostrando che il cammino del Giubileo va avanti perché appartiene a tutti. L’Anno Santo non è mai stato una celebrazione individuale, ma un’esperienza collettiva, un cammino di popoli, comunità, culture nel percorso della fede. Roma, in questi mesi, non è solo una meta turistica, ma il crocevia di un’umanità in cammino. Persone che arrivano con le loro storie, le loro fatiche, le loro speranze, e che nel Giubileo cercano un segno, un momento di luce, una risposta a domande che non sempre trovano voce. In un’epoca segnata da conflitti, divisioni, crisi globali, il Giubileo 2025 ha un significato singolare: ricostruire legami, abbattere barriere, offrire una nuova visione di speranza e riconciliazione.
È un invito ad aprire una porta simbolica, attraversarla per ritrovare un senso di pace interiore.
Mentre Papa Francesco si riposa e si cura in ospedale, il mondo lo segue con attenzione. Ha bisogno di cure ed essere protetto perché sta affrontando una sfida grande. È un grido vivente di pace. Lo ha dimostrato nell’aver voluto concelebrare la Messa per il Giubileo delle Forze Armate all’aperto, in Piazza San Pietro, già cagionevole di salute e nel voler videochiamare il parroco di Gaza la cui città è sotto bombardamento. Nelle sue condizioni di salute non gli è possibile leggere i discorsi preparati. In passato ha avuto una operazione con l’asportazione di mezzo polmone. Ma la sua voce non si ferma, si fa più forte, la malattia rende resilienti.
Il Giubileo prosegue, è una testimonianza vivente. Così come quello del 2000 è rimasto nella memoria collettiva, anche quello del 2025 lascerà un’impronta oltre che nei pellegrini anche nella Chiesa e nella storia. La fede non si misura in numeri, né si spegne per un’assenza momentanea. Il messaggio del Giubileo va oltre i confini del tempo e delle persone. La speranza va oltre ogni speranza, rialza chi è caduto o è più debole, ci insegna a non scoraggiarci, ma a vedere la luce all’orizzonte.
Dove siamo deboli allora siamo più forti. Papa Francesco tornerà.
Stiamogli accanto con il pensiero. Facciamogli sentire il nostro affetto come parte di una intera rete che lo avvolge. Auguriamogli pronta guarigione e di superare le soglie di Leone XIII. Nei Giubilei è stata fondamentale la voce dei pellegrini e del popolo per renderli eventi speciali. Il Giubileo è qui, è un ponte tra generazioni, un legame tra passato e futuro, una porta sempre aperta per chiunque voglia attraversarla e il suo cammino non si interrompe perché la fede, come la speranza, non conosce pause.
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1 commento
Che dire la nostra comunicatrice sociale Elena si supera sempre. Articolo bellissimo denso di contenuti. La fragilità è una ricchezza ci si può fondere in Gesù e Maria con più facilità . È nella fragilità che sovrabonda la Grazia. La fragilità è l’ essenza di un cristiano , che da solo non può fare nulla, ma in Cristo può tutto, anche spostare le montagne!