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L’ignoranza non capisce? Navigare un altro mare

IL PENSIERO DI WHATSAPP SPIEGA LE VELE

da Giovanni Profeta
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Nel burrascoso e vertiginoso incrociarsi delle parole, l’aforisma si rivela come una scheggia impazzita dell’intelletto, un audace doppio salto mortale del pensiero che, senza rete, ci sospinge nel vuoto, ma senza farci mai cadere.

È in questo frammento di saggezza concentrata, che emerge la potenza espressiva della sintesi, capace di illuminare con un raggio acuto le zone d’ombra del nostro comprendere. E fino a qui non ho detto niente.

Ma già i tuoi neuroni celebrano la prima azione alla quale siamo interessati: distoglierti dal torpore nel quale giace la tua capacità decisionale.

Inizia allora a strambare un po’, perché diversamente riuscirai a fatica ad attraversare il vento forte di questa settimana.

Nel contesto digitale attuale, strumenti come il nostro settimanale hanno assunto un ruolo fondamentale nel modellare le dinamiche della comunicazione. Insieme a te, in questo momento, migliaia di persone stanno leggendo contemporaneamente queste parole.

E lo faranno anche nelle prossime ore, quando oltre agli invii diretti su WhatsApp, si sommeranno quelli per e-mail. Abbiamo superato in pochi mesi quota 15.000 lettori, e non abbiamo intenzione alcuna di fare passi indietro.

La piattaforma, non più semplice applicazione di messaggistica, si configura come un vero e proprio veicolo di pensiero collettivo, spiegando le vele in un mare di dialoghi e scambi culturali. Ma cosa significa realmente ‘spiegare le vele’ in questo contesto?

Navigare nella libertà

Da una parte ci sono coloro che comprendono e navigano abilmente queste correnti digitali, dall’altra l’ignoranza, non intesa semplicemente come mancanza di sapere, ma come una scarsa capacità di comprendere ed interagire con il fluire incessante delle informazioni.

L’ignoranza, filosoficamente parlando, è una condizione in cui la mente rimane ancorata, incapace di spiegare la propria vela e di lasciarsi trasportare dal vento della comprensione, della novità e della scoperta. Essa rimane alla deriva in un mare di confusione, lontana dalla costa della chiarezza e della saggezza.

Navigare calmi nella tempesta informatica
Navigare calmi nella tempesta informatica

Auguro ‘buon tempo’ a chi ha scelto di donare la bellezza della bontà anche oggi.

Queste parole non sono soltanto un augurio, ma una benedizione per coloro che, nonostante il caos del mondo attuale, continuano ad offrire gesti di cura e amore.

Per chi rammenda i brandelli di dolore con gesti di gentilezza, e per chi si dedica all’altrui speranza, trasformando la rabbia e la frustrazione in azioni di ribellione contro l’ingiustizia. Invece, a coloro che si dedicano a corrompere ed a distruggere la bontà, auguriamo una notte insonne, sudata e tormentata dai peggiori incubi, fino a quando non si trovino faccia a faccia con la propria coscienza. Solo allora, forse, potranno ascoltare la voce silenziosa, ma potente della verità interiore.

Per questo numero del settimanale, tutto da scoprire, voglio essere un po’ ripetitivo – mi diverte – ed il concetto ‘arriva ‘meglio. A voi, navigatori della virtù, che con ogni piccolo gesto di bontà rammendate le vele lacerate del tessuto sociale, auguro ‘buon tempo’.

Navigare e crescere nella libertà e determinazione

Ed a chi invece si perde nel disfacimento morale, nella corruzione dell’etica e del bello, auguro invece una notte inquieta, un confronto inevitabile con la propria coscienza, sperando che tale incontro possa risvegliare un sincero desiderio di cambiamento.

Navigare richiede conoscenza, coraggio e, soprattutto, la volontà di spiegare le vele verso orizzonti migliori. Chi resta indietro, sommerso dall’ignoranza, dovrà prima o poi scegliere se sollevare l’àncora o restare per sempre alla deriva.

È arrivato il tempo di regolare le scotte, e di reffare. Per tutti noi, che ogni settimana scriviamo il ‘Pensiero’, questo che stai leggendo è un movimento verso l’orizzonte delle possibilità. Se vuoi restare a bordo, devi farcelo vedere.

Non disperare: siamo comunque pieni di ‘ciambelle di salvataggio’. Alla Nutella.

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